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SOCIOLOGIA URBANA Kolumba, la grande invenzione di Peter Zumthor, è una realtà che rispecchia un fenomeno diverso da quello del “Bilbao effect’’, questo fenomeno determina il Guggenheim di Bilbao, ovvero un edificio produttore di business a tutti gli effetti. La Kolumba, invece, punta alla valorizzazione di una realtà umanistica, la quale, in effetti, si determina sotto un comune denominatore: il concetto di affordance.
Questa valorizzazione nasce dal bisogno di celebrare l’arte e la funzione che questa ha sull’uomo. |
I concetti fondamentali di questo valore si sublimano grazie alla forza della memoria storica, compenetrata dalla sacralità del presente. Ciò è preponderante quando il percepibile resta attinente a un livello sensuale. Zumthor è da ritenersi un architetto del sensuale. È attraverso giochi materici di spazi vuoti e pieni che la luce ci fa percepire la mancanza delle sezioni materiche del passato della cattedrale attraverso i restauri di Oggi e gli spazi/elementi pieni del presente: ci rende percepibili gli antichi valori spirituali, tipici del periodo gotico.
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E lo fa grazie a questo approccio sensuale che seduce con sapore mistico e metafisico i sentimenti profondi di chi visita la Kolumba.
La spiritualità di questo edificio risarcisce l’aspetto più concreto della sacralità. È proprio il luogo della croce che viene metafisicamente trasposto nel rapporto tra antico e contemporaneo, sotto il punto di vista di una verticalità espressiva, lì, dove l’orizzontalità traspare immediata e grazie alla creazione di due sale: la sala del sacro e la sala del “profano”. La metafisicità continua ancora, e proprio perché dove c’e il “profano” - dato da una esposizione d’arte contemporanea -, il fruitore subisce il fascino della spiritualità del suo presente. Nell’altra sala, quella deputata all’atmosfera del sacro, è attraverso la materialità dell’antica struttura gotica che può trasudare la metafisicità della spiritualità.
Dio deriva dal greco theos, che a sua volta deriva dall'indo-europeo thion il cui significato è luce. Questa trasposizione linguistica diviene in Zumthor emblema di sensualità. I giochi di luce sono spesso naturali, ma anche se artificiali, possiamo notare un forte equilibrio di significati ed estetiche all’interno della struttura.
Dio deriva dal greco theos, che a sua volta deriva dall'indo-europeo thion il cui significato è luce. Questa trasposizione linguistica diviene in Zumthor emblema di sensualità. I giochi di luce sono spesso naturali, ma anche se artificiali, possiamo notare un forte equilibrio di significati ed estetiche all’interno della struttura.
Anche i particolari non sono propriamente dei particolari, anzi, sono diretta conseguenza del principio generale dell’estetica dell’edificio. Per esempio i mattoni con le loro misure di 4x21x54 cm, disposti orizzontalmente, sono stati apposita- mente creati e nominati “mattone Kolumba” e garantiscono il rispetto per i latterizzi dell’antica struttura; questi in fatti, seducono l’attenzione dello spettatore che può mettere a fuoco la diversità degli stili. Il risultato?
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Un perfetto equilibrio fra tutti gli elementi. Questo fenomeno, voluto dal genio di Zumthor, è verificabile sia dall’interno che dall’esterno della struttura.
Miso Rasic
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