Strana luce che si diffonde.Tutto illuminato, senza ombre... strana luce che si infonde. Tutto si assopisce, senza dormire. Riflesso su unvetro vedo qualcuno, sembra che lo conosca, ha qualcosa di arcanamente familiare, un infanzia condivisa, un’esistenza comune: - ...son io! - ed una smorfia mi attraversa sotto il naso: quasi un trentennio di vita e non ho imparato a sorridere - (mi ride l’anima); strana luce, sembriamo come le anime del purgatorio, senza ombra, senza dolori, ma crucciati, senza paure, ma ansiosi, apatici col solo desiderio di sentire, provare. Quel riflesso che mi ricorda che ho una smorfia sotto il naso, tra la barba e il naso, ma forse non avevo tempo per imparare, o magari a scuola non me l’hanno insegnato, magari ero assente e non me lo ricordo, forse non c’ero quando spiegavano come si fa, perché so vederlo, riconoscerlo, apprezzarlo, distinguerli per durata e intensità, se nascondono, o mostrano, velati o palesi,sinceri o formali. Anche tra la confusione che c’è nelle strade, ne passano tanti, e li riconosci, come se stessi ripassando un esame. Ecco una persona, con molta fretta che si avvia alla macchina, il telefono l’avvisa di un messaggio. Per un attimo, un breve istante, il tempo si è dilatato, tanto quanto basta per un sorriso...una battuta: no non credo, ha qualcosa di più sommesso, qualcosa di singolare, soggettivo, direi intimo...ecco intimo! Ne vedo un’altra, ferma davanti una vetrina: sogna, sogna cullata dalle curve del suo sorriso,tra quelle curve culla un’idea, un’idea che coltiva da ormai penso 8 mesi, si accarezza il pancione, vengo attirato da qualcuno che gesticola: - discorso animato? No.. Sembra più una spiegazione qualcosa di grande di importante, piani di un futuro - l’una spiega, l’altra ascolta, l’una vede ciò che dice, l’altra le immagina, e mentre seminano speranze, tra le loro bocche fioriscono sorrisi: sarebbe bello! - pensano, e sperarlo, anche se pur lontano, difficile, imprevedibile, sperarlo distende quelle labbra verso l’alto. Un fascio di luce trafigge i nuvoloni mi prende il viso, non vedo più, non mi vedo più, la sensazione è calda, avvolgente, e qualcosa mi dice che sto sorridendo, non riesco a riflettermi, la luce è intensa, eppure qualcosa mi dice che è così e lo sto facendo bene, un’illusa convinzione, mi alzo e sorrido.
Mohamed Kayat
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