La presenza, luogo dinamico di incontro delle divergenze
Articolo di Sara Maddalena
“Le théâtre n'est pas le pays du réel, il y a des arbres en carton, des palais de toiles, un ciel de haillons, des diamants de verre, du rouge sur la joue, du soleil qui sort de dessous la terre. C'est le pays du vrai, il y a des corps humains sur la scène, des cœurs d'humain sur la scène, dans la salle, dans les coulisses.”
- Victor Hugo - |
Durante i mesi in cui non è stato possibile andare a teatro, tutti abbiamo, nostro malgrado, avuto il tempo e il modo di riflettere sul ruolo dello spettacolo dal vivo, sulla sua funzione, sulla sua importanza: il verdetto è unanime. Il teatro, la danza - di qualsiasi luogo si approprino per far vivere lì, nel presente, lo spettacolo - sono fondamentali, imprescindibili. Così come vitale è il rapporto tra chi è in scena e chi guarda, senza dimenticare quello tra gli artisti stessi e tra gli spettatori. Questa riflessione è ancora presente, implicitamente, attraverso un modo di fare o percepire lo spettacolo come diversivo, ovvero un modo di ragionare esplicitamente su di esso in quanto tale.
A questo proposito due spettacoli visti tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre 2021 appaiono emblematici di tali diversi approcci. Folia del celebre coreografo Mourad Merzouki - in scena a Corum - Opera Berlioz per la stagione di Montpellier Danse - è il trionfo della gioia dell’incontro, la follia che genera la passione. Merzouki, direttore del Centro coreografico nazionale di Créteil e Val-de-Marne/Compagnie Käfig, conferma la sua attitudine a mescolare sapientemente generi diversi, ben accompagnato da artisti di grande qualità, tra cui i danzatori, la cantante Heather Newhouse e i musicisti del Concert de l’Hostel Dieu, che si producono in scena, parte integrante e importante dello spettacolo nei loro splendidi costumi. Lo spettacolo, nella cospicua parte di musica barocca che lo anima - in alternanza a parentesi di electro -, riprende degli elementi del tema musicale della follia, tra cui la celeberrima versione di Vivaldi, che peraltro già di per sé ben si presta a interpretazioni non convenzionali tra cui dei possibili adattamenti rock/heavy metal. La presenza di varie forme di danza, dall’hip hop al ruotare di un derviscio, nonché di inserti circensi e di elementi scenografici spettacolari, permettono un livello di tensione sempre ottimale, che non lascia spazio alcuno al tedio. Lo spettacolo è dunque lui stesso barocco, esagerato, ricco di effetti speciali, sorprendente. Certo, si potrebbe riconoscere in questo anche una debolezza dell’opera: è sottile, a volte, il limite tra la ricchezza e la sovrabbondanza, tra la estrosità e il ridicolo, tra l’eclettico e il superfluo, tra la ripetizione e la noiosa ridondanza, tra la generosità e la confusione. Ma nel complesso Merzouki riesce a offrire la magia della favola, anche nei momenti meno gioiosi, il piacere della vista e dell’ascolto, la sorpresa che incanta. Un’estasi rigenerante collettiva che si traduce in un trionfo finale del coreografo, acclamato da migliaia di persone in piedi che applaudono entusiasticamente e sorridono ai propri vicini con sentimento di complicità per il godere tutti insieme di quella potente energia benefica - di cui sembra esserci ancora e più che mai bisogno. Pièce sans acteur(s) di François Gremaud e Victor Lenoble in scena all’Arsenic - Centre d'art scénique contemporain di Losanna, è una proposta decisamente diversa: è proprio, come il titolo lo indica, una pièce senza attori. Senza voler scomodare alcune interpretazioni della Supermarionetta di Craig secondo cui la presenza degli attori in scena sarebbe controproducente, si ricorda che nel tempo la questione è stata spesso dibattuta, rielaborata e molteplici sono stati i tentativi di fare degli spettacoli di teatro senza attori. In questo caso il palcoscenico è occupato da due grandi casse acustiche e nient’altro. Solo due casse da cui escono delle voci e/o della musica. Gli unici elementi che si aggiungono sono delle proiezioni di alcune frasi sul fondo e l’utilizzo della luce, nient’altro. Si direbbe un lavoro perfettamente in linea con il bisogno di evitare o limitare la presenza umana, tipico del periodo di pandemia. Gli spettatori assistono dunque al dialogo tra questi due elementi scenici praticamente immobili. Qualcuno tra il pubblico - complessivamente elitario e già abituato a certo teatro contemporaneo - tenta delle definizioni e qualifica questa pièce come teatro dell’assurdo, teatro minimalista, teatro povero, un teatro in cui non ci sono attori in carne e ossa ma che non è un radiodramma e neanche uno spettacolo di marionette: si sprecano le supposizioni.
Lo spettacolo viene creato, si potrebbe dire, dalla fantasia di coloro che vi assistono, i quali devono avere la volontà e la capacità di entrare nel gioco e immaginare, dare forma a tutto quanto le due voci in dialogo evocano. Voci che peraltro non si sa se sono registrate o se appartengono a un attore che sta recitando, là, in quel momento, visto che il dialogo tra i due artisti sembra naturale ed estemporaneo, ma esce pur sempre da una cassa acustica. Il pubblico è obbligato a porsi delle domande, sul teatro, sul senso del teatro, perché espressamente invitato a farlo dal testo recitato, ma anche per la situazione stessa che è costretto a vivere, seduto, per un’ora, fissando due casse. Le eventuali critiche sulla possibile presenza di certe caratteristiche spossanti del teatro postdrammatico, o di un eccesivo concettualismo, sono espresse nel testo, che ironizza sui propri limiti. Ed è lì che risiede principalmente la forza dello spettacolo, nella drammaturgia. Nonostante l’innegabile sforzo di concentrazione richiesto allo spettatore, molti sono i momenti decisamente divertenti e a volte poetici, che il testo produce grazie a uno studio approfondito, puntuale, delle parole impiegate, del ritmo, degli espedienti comici: ogni volta che la conversazione sembra aver preso una direzione chiara, uno stravolgimento, intelligentemente attuato, sconcerta positivamente il pubblico. L’impiego sporadico ma efficace della luce crea dinamiche e spazi evocativi. Anche in questo caso gli spettatori si mostrano soddisfatti, come gli autori/attori che infine si manifestano per raccogliere gli applausi. Viva lo spettacolo in tutte le sue forme. Sara Maddalena
Folia
Direction artistique, chorégraphie: Mourad Merzouki • Assisté de Marjorie Hannoteaux Musique: Franck-Emmanuel Comte – Le Concert De L’hostel Dieu et Grégoire Durrande Scénographie: Benjamin Lebreton assisté de Quentin Lugnier, Caroline Oriot (peinture), Mathieu Laville, Elvis Dagier et Rémi Mangevaud (serrurerie), Guillaume Ponroy (menuiserie) Lumière: Yoann Tivoli Costumes des musiciens: Pascale Robin assistée de Pauline Yaoua Zurini Costumes des danseurs: Nadine Chabannier Danseurs: Habid Bardou, Nedeleg Bardouil, Salena Baudoux, Franck Caporale, Sabri Colin, Mathilde Devoghel, Joseph Gebrael, Lisa Ingrand, Pauline Journe, Sofian Kaddaoui, Mélanie Lomoff, Chika Nakayama, Mathilde Rispal, Yui Sugano, Aurélien Vaudey, Titouan Wiener • Musiciens: Franck-Emmanuel Comte, André Costa, Nicolas Janot, Nicolas Musy (en alternance avec Clément Latour), Heather Newhouse (soprano), Florian Verhaegen, Aude Walker-Viry Coproduction: Pôle en Scènes, Encore un tour, Les Nuits De Fourvière, Centre chorégraphique national de Créteil et du Val-De-Marne / Cie Käfig, Lling Music Pièce sans acteur(s) Création collective: François Gremaud, Victor Lenoble. Direction technique et lumière: Stéphane Gattoni – Zinzoline. Son: Raphaël Raccuia. Regard extérieur: Joël Maillard. Administration, production, diffusion: Michaël Monney. Coproduction: 2b company, Arsenic – Centre d’art scénique contemporain. Soutiens: la 2b company est au bénéfice d’une convention de soutien conjoint de la Ville de Lausanne et du Canton de Vaud. Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Davide Palmentiero, Maurizio Oliviero, Francesco Panizzo. |
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