YAG – The Movie, realizzato nell’ottobre 2020 e trasmesso in streaming il 21 novembre 2020, è stato concepito come un evento unico. Protagonista del film prodotto dalla Batsheva Dance Company, è Yag, l’omonima creazione del 1996 del celebre coreografo israeliano Ohad Naharin, già ripresa nel 2016 e qui ulteriormente sviluppata e adattata alla visione online.
L’evento, complice la pandemia, è stato visto da circa 6000 persone, collegate da tutto il mondo nel medesimo tempo: il pagamento di un biglietto e il carattere irrepetibile della rappresentazione lo ha così reso diverso dalla maggior parte dei video di danza presenti in rete, ricreando la piacevole situazione di attesa dell’inizio della performance, una forma di condivisione comunitaria, nonché l’atmosfera della sacralità della cerimonia. Nessuna possibilità di arrestare il video, tornare indietro, andare avanti. Il pubblico deve saper sfruttare appieno la sola occasione di assistere allo spettacolo, che ha luogo solo lì, su quello schermo, in quel momento. Certo, la forte esigenza di spettacolo dal vivo che c’è in questo periodo - in cui invece la cultura viene ingiustamente relegata a entità non necessaria - invoglierebbe il pubblico a voler credere di essere a teatro. Evidentemente è impossibile, non solo perché lo spettatore è invece con ogni probabilità banalmente seduto davanti al suo computer con una tazza di tè in mano, e anche perché non si tratta di una diretta, ma soprattutto perché l’aspetto filmico è voluto in quanto tale da Ohad Naharin, che in questa circostanza ha qui il duplice ruolo di coreografo e di regista, coadiuvato da Roee Shalti. Sei danzatori, tre donne e tre uomini, ognuno dal proprio punto di vista e mantenendo il proprio vero nome, rappresentano la storia di una famiglia attraverso tre generazioni: tra le frasi, brevi, del tipo “mi chiamo… ho tre figli…” risalta la ripetizione dell’enunciato “la mia famiglia amava tanto danzare”. La trasmissione di frammenti di esistenze, di memoria, passa dunque attraverso le parole e il movimento. In un ondeggiante flusso di dolcezza, nervosismo, lentezza e velocità, si inseriscono anche una sottile ironia e comicità, che raccontano un’umanità non perfetta e dipingono con leggerezza, affetto, sacralità, sensualità, eleganza, un quadro in continua evoluzione di dinamiche familiari tanto veridiche quanto complicate, di rapporti difficili, di comportamenti inadatti, di emozioni intense che si fanno gesti e posture. L’inquadratura cinematografica condiziona tanto gli artisti quanto il pubblico e crea certamente l’illusione di un rapporto più diretto con i danzatori, in modo peraltro manifesto, quando una danzatrice guarda dritta in camera con aria di sfida gaudente. Il film regala nuove possibilità di ricerca e nel contempo impone nuovi limiti: ogni decisione presa dal regista fissa in modo definitivo le scelte coreografiche. Interessante è l’utilizzo degli oggetti nelle loro accezioni simboliche e finalità pratiche, quali i costumi stessi degli artisti, una semplice tavola/parete o una lunga serie di biscotti della fortuna che scricchiolano rumorosamente sotto i piedi durante il lento incedere dei danzatori che ci camminano sopra. Lo spazio vuoto, nudo - del Varda Studio, al Suzanne Dellal Centre di Tel Aviv - uniformemente illuminato, fa risaltare la relazione tra gli artisti, tra i loro corpi, e il rapporto di questi con la luce e il tempo, scandito, sospeso, teso tra passato e futuro, impietosamente presente. YAG - The Movie si rivela un’opera di qualità, apprezzabile quale film, ma che acuisce il desiderio di vedere presto il lavoro di Ohad Naharin e dei danzatori della Batsheva Dance Company, dal vivo, sul palcoscenico. Sara Maddalena
YAG - The Movie, by Ohad Naharin
International Premiere, One-Time Screening Saturday, November 21st Directed by: Ohad Naharin Cinematography by: Roee Shalti Editing by: Roee Shalti and Ohad Naharin Costumes: Eri Nakamura Lighting Design Consultant: Avi Yona Bueno (Bambi) Music: John Zorn, Gaetano Donizetti, John Taverner, Ennio Morricone, Ran Slavin Texts: Ohad Naharin, Dan Timor from “Me and My Little Sister” (Am Oved Publishers Ltd., 2003) as read by Tommy Shles Shafrir. Performed by six Batsheva dancers, season 2020/2021: Yael Ben Ezer, Sean Howe, Londiwe Khoza, Igor Ptashenchuk, Yoni (Yonatan) Simon, Hani Sirkis. Produced by Batsheva Dance Company, October 2020. Filmed in Varda Studio in memory of Varda Kenny, Suzanne Dellal Centre, Tel Aviv Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Davide Palmentiero, Maurizio Oliviero, Laureano Lopez Martinez, Francesco Panizzo. |
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