L’ISTANTE DEL MECCANISMO
Articolo di Sara Maddalena
“…gli uomini di oggidì procedono e vivono forse più meccanicamente di tutti i passati […] per rispetto al grandissimo numero delle macchine inventate di fresco e accomodate o che si vanno tutto giorno trovando e accomodando a tanti e così vari esercizi, oramai non gli uomini ma le macchine, si può dire, trattano le cose umane e fanno le opere della vita…”.
Leopardi |
In uno spazio vuoto, sul cui fondo campeggia una scritta al neon – Welcome - una luce rosa avvolge un uomo e una donna, che, in abbigliamento sportivo, attendono il pubblico uno accanto all’altro, immobili, in posizione tesa, innaturale. Potrebbero essere degli androidi, ma una lacrima ribelle scende dagli occhi sbarrati della danzatrice, e disegna una piccola chiazza sulla sua canotta verde iridescente. Macchia che tradisce la sua umanità, e ne rimane l’unico indizio, perché nessuna emozione traspare dalle espressioni dei due artisti. L’intento dello spettacolo, Farewell Body, in scena al teatro Arsenic di Losanna, per la Fête de la Danse, è, come spiegato dai due giovani artisti, quello di “scoprire attraverso il corpo come esprimere il naturale attraverso la meccanica dell’artificiale. Ovvero trasformare il nostro approccio alla pelle, alla carne, alle articolazioni, al fine di creare un turbamento. Una metamorfosi meccanica si stabilisce, per comporre un corpo ripensato come una meravigliosa macchina”.
I due cominciano quindi a muoversi, con movimenti precisi, restando sempre vicini e compiendo dei gesti ora uguali, ora simmetrici, ora in opposizione, ora in risonanza, sempre in coppia e mantenendo una considerevole fluidità e una speciale armonia, senza peraltro che tra di loro sia stabilito alcun contatto, né visivo - gli sguardi non si incrociano - né fisico – non si toccano. Due giocattoli, espressione di quell’intento ludico che da secoli è alla base della costruzione dell’automa, o due congegni, espressione dell’ingranaggio stesso che costituisce l’automatos, che per definizione agisce seguendo la propria volontà. La musica, per la maggior parte del tempo, è forte e incalzante e l’effetto, quasi ipnotico, ricorda quello di Ballet mecanique di Fernand Léger e Dudley Murphy. Del resto la segmentazione e scomposizione del corpo contiene degli aspetti cubisti, così come il riconoscere alla forma-oggetto una propria autonoma realtà, che, insistendo sugli aspetti plastici, suscita una domanda circa il suo funzionamento, ancor prima che su cosa essa voglia rappresentare. Tra movimenti che ricordano l’aerobica, la ginnastica (non si può non pensare a Bascule di David Wampach o Jaguar di Marlene Monteiro Freitas e Andras Merk), le danze urbane o le arti marziali, le azioni sono riprodotte, consegnate all’altro da sé, il proprio doppio eppure diverso, in una frammentazione scorrevole che in ogni momento contiene il proprio passato e il proprio futuro, gli aspetti artificiali e le ingenuità animalesche - con tratti spesso assolutamente ridicoli e comici e parentesi di intensità drammatica fatta di tremori e sudore - arrivando infine a sottolineare l’ansimante respirazione, fatica e liberazione, ma soprattutto ritmo intrinseco, palpitare di reale vitalità. Ecco dunque la dimostrazione di quanto affermato da Cartesio, ovvero che un corpo umano funziona come una macchina “ma è incomparabilmente meglio ordinata, e ha in sé movimenti più meravigliosi di qualsiasi altra tra quelle che gli uomini possono inventare” e in fondo anche un monito ad amare e apprezzare il corpo e le sue potenzialità, in tempi in cui questo, come ricorda David Le Breton, è sempre più messo da parte, se non completamente abbandonato, a esclusivo vantaggio dell’arido, falso, mondo del virtuale. Sara Maddalena
Création et interprétation: Romane Peytavin et Pierre Piton.
Création lumière et musicale: Gautier Teuscher. Scénographie: Valentin Dubois. Costumes: Marie Diatchenko. Captation vidéo: Lucien Monot. Coproduction: Arsenic – Centre d’art scénique contemporain, Lausanne, L’Abri, Genève. Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Davide Palmentiero, Maurizio Oliviero, Francesco Panizzo. |
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