RESPONSABILITÀ IN ATTO […] Nous irons, implacables et dévoués, Brandissant la foudre comme une étincelle
Dans la nuit de nos souffrances aiguës Apporter la controverse et les contredits. Nous irons, sous la pression des vents de l’histoire, Libérer toutes les consciences Trop longtemps assujetties. […] - Kama Sywor Kamanda - Articolo di Sara Maddalena
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Monstres. On ne danse pas pour rien, spettacolo proposto a luglio dal Festival de la Cité di Losanna, è decisamente potente, per l’energia che contiene e che sprigiona e per gli effetti che intende e può produrre su un piano di riflessione politica. DeLaVallet Bidiefono è un coreografo congolese impegnato nella politica culturale del proprio paese e in particolare nella promozione della danza. La parola mostro in questo caso non contiene un’accezione negativa, fa invece riferimento a una sorta di creatura eroica che si batte con grande determinazione contro le ingiustizie, i regimi totalitari, le guerre. Ognuno degli artisti è un mostruoso combattente e tutti insieme costruiscono un’ulteriore sovrumana forza di opposizione, resistenza e progresso verso un futuro migliore. Non mancano però i riferimenti ai mostri nel senso peggiorativo del termine: capi di stato, dirigenti, sordide figure che incarnano il male dei paesi africani in cui impediscono la libertà, il benessere, la pace. Il lavoro è composto di più parti, quadri, episodi che evocano immagini, raccontano storie, frammenti narrativi che nell’insieme bramano e ricostituiscono un’unità. Una struttura metallica supporta quattro musicisti che sembrano sospesi in un altrove, firmamento che ha poco di celestiale e da cui provengono note rock, canti struggenti, parole di rabbia. I dieci danzatori si esprimono in coreografie collettive e assoli, interagendo con la struttura e con dei materiali che in gran parte sembrano appartenere a un cantiere, che da luogo di sfruttamento diviene fucina di speranze. Una danza fisica, carnale, quasi violenta, ma sempre esteticamente controllata, in cui si mescolano gesti ancestrali e danza contemporanea. Delle parentesi teatrali, quali il monologo di un’attrice su temi del quotidiano, spezzano il ritmo, rendono lo spettacolo un po’ ridondante e ancor più dichiaratamente narrativo: tale ricerca di una comunicazione diretta rischia di sembrare eccessiva o ingenua ma può essere giustificata tenendo conto degli intenti dello spettacolo. Attraverso la danza, liberatrice, vengono infatti espressi una vitale, energica, gioiosa rivendicazione del diritto di esistere, un monito a chi vuole impedire lo sviluppo e la libertà di un paese, un vigoroso incitamento alla lotta. Sara Maddalena
Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Davide Palmentiero, Francesco Panizzo. |
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