Printemps des Comédiens ha proposto a fine giugno, all’Opéra Comédie di Montpellier, lo spettacolo di Jean-François Sivadier Italienne scène et orchestre. Una creazione che, seppur in forme diverse, ha visto già centinaia di repliche nell’ultimo ventennio e conosciuto un grande successo. Il titolo fa chiaramente riferimento alla “prova all’italiana” ovvero la prova tecnica finalizzata alla memorizzazione del testo - in cui gli attori si danno velocemente le battute senza intonazione e soltanto accennando i movimenti di scena - prova che, nell’ambito dell’opera, è sovente anche la prima cui partecipano collettivamente orchestra, solisti e coro.
In questo caso il pubblico del Festival è chiamato ad assistere alla preparazione della Traviata di Verdi. Il procedimento metateatrale permette agli spettatori di conoscere gli aspetti di organizzazione, i capricci, le amenità tipiche dell’ambiente dell’opera in particolare e del teatro in generale. Ma la presenza degli spettatori non è passiva, anzi, invero l’intento è quello di fare in modo che si sentano parte integrante dello spettacolo mentre lo guardano. Il pubblico, infatti, non è in platea ma sul palcoscenico come e con gli attori, in qualità di coro, poi nel golfo mistico in qualità di orchestra, musicisti davanti a un leggio illuminato. La temeraria scelta contribuisce indubbiamente a smuovere lo spettatore dalla sua comoda distanza di sicurezza, dalla sua rassicurante poltrona: di certo non gli è concesso di addormentarsi e del resto malgrado lo spettacolo duri tre ore e mezza, il ritmo, sempre vivace, non lo permetterebbe comunque. Ebbene, il ruolo dello spettatore è notoriamente questione cruciale nei dibattiti su performance e teatro contemporaneo, e questo modo di trattarla, apparentemente leggero, è prodigiosamente efficace. Molti sono gli spettacoli interattivi cui capita spesso di imbattersi con risultati più o meno soddisfacenti, ma la differenza è che qui lo spettatore esce dal proprio ruolo, vien trattato da pari, è parte dello spettacolo senza peraltro fare alcunché; di certo non si tratta di una forma di interazione volta a rendere una democraticità che permetta allo spettatore eguaglianza, in quanto il pubblico rimane soggetto alle dinamiche di organizzazione dello spettacolo, nonché agli ordini del regista o del direttore d’orchestra. Uno spostamento, un silenzio e il musicista/spettatore si sente responsabilizzato, complice, crede al proprio ruolo che esegue con la serietà dell’artista che rappresenta, portando in dote la propria originale individualità. Quando la musica si spande riempiendo il silenzio a qualcuno salgono le lacrime come se davvero le note uscissero magicamente dalla buca d’orchestra. Questione centrale è dunque il punto di vista. Da dove si guarda, da dove siamo guardati: dove e come guardiamo quando il nostro ruolo cambia? Del resto non si può dimenticare che il termine teatron in greco fa riferimento proprio al luogo in cui si trovano gli spettatori, al loro guardare. Si potrebbe pensare che per certi aspetti questo spettacolo sia semplicemente una farsa in cui l’elemento caricaturale è prevalente (gli aspetti comici si manifestano con forza nella competizione tra la diva insofferente, maleducata, viziata e la giovane promessa, nei monologhi del cantante logorroico e un po’ psicotico, nell’inutile affaticarsi dell’assistente maltrattata, nei deliri del regista che tenta di spiegare complicati concetti artistici ma non sa cosa vuole, ecc.) in realtà offre un interessante spaccato del panorama artistico del nostro tempo, delle difficoltà finanziarie e pratiche che incombono in ogni produzione. Contrariamente a quanto si potrebbe credere, grazie all’eccezionale bravura degli attori, c’è poco o niente di improvvisato e tutto è curato nei minimi dettagli. Il pubblico è entusiasta, per motivi diversi: qualcuno perché ha scoperto una parte del teatro che non conosceva, o i meccanismi dello spettacolo, o la vita dietro le quinte, altri, del mestiere, perché si sono riconosciuti nei personaggi, nelle loro fragilità. Svelare il teatro non lo priva della sua magia, della sua bellezza, lo fa amare ancora di più: Sivadier ricrea uno spazio tanto buffo quanto onirico e poetico, in cui tutti i presenti sono immersi e da cui tutti escono rigenerati. Un affettuoso omaggio al teatro, all’opera, agli artisti e, evidentemente, agli spettatori. Sara Maddalena
Texte et mise en scène: Jean-François Sivadier
Avec: Nicolas Bouchaud, Marie Cariès, Charlotte Clamens, Vincent Guédon, Jean-François Sivadier, Nadia Vonderheyden Collaboration artistique: Véronique Timsit Son: Jean-Louis Imbert Lumière: Jean-Jacques Beaudouin Régisseur général: Laurent Lecoq Photo: Alain Dugas Production de la création: Théâtre National de Bretagne - Rennes et Compagnie Italienne avec Orchestre | Avec le soutien de l’Adami | Production de la reprise: MC93 – Maison de la Culture de Seine-Saint-Denis et Compagnie Italienne avec Orchestre | Coproduction: Festival Printemps des Comédiens - Montpellier, Festival Paris l’été | Avec le soutien du Ministère de la culture et de la communication | Les textes “Italienne avec Orchestre” et “Italienne scène et orchestre” sont publiés aux Éditions Les Solitaires Intempestifs. Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Davide Palmentiero, Francesco Panizzo. |
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