AGRUPACION SEÑOR SERRANO:
Articolo di Enrico Pastore
Sul palco dell’Astra per il Festival delle Colline Torinesi giunge il collettivo catalano Agrupacion Señor Serrano con Birdie, finissima e ironica riflessione sulla migrazione.
Ho già incontrato una volta Agrupacion Señor Serrano assistendo al loro Katastrophe, dove centinaia di orsetti gommosi sperimentavano ogni possibile devastazione e cataclisma, e sono rimasto affascinato dalla loro padronanza di composizione degli elementi e materiali di scena. In Birdie questa fascinazione si è accentuata. Per qualcuno potrebbe non essere nemmeno teatro. Non ci sono attori ma semplici performer, esecutori di compiti, che si aggirano sulla scena come solleciti e silenziosi servi di scena; per lunga parte del lavoro ci troviamo di fronte a un video e a una voce fuori campo; gli oggetti costruiscono, più che una scenografia, una vera e propria installazione. Eppure siamo di fronte al teatro nel senso proprio del suo etimo: Teatron, il luogo da cui si guarda. Ogni singolo gesto, segnale, materiale è composto in una lingua multiforme e complessa che si esplica come riflessione sul mondo e la sua complessità. Il tema è la migrazione svolta secondo una serie di domande a cui noi siamo chiamati a meditare e a trovare ognuno la propria risposta. Birdie di Agrupacion Señor Serrano è un complesso gioco di incastri e rimandi. Come in una sinfonia non vi è nota superflua che non sia suonata al momento giusto in accordo con quella di altri strumenti. Analizziamo i materiali e in seguito le tecniche per giungere alle funzioni. Abbiamo un luogo, Melilla, città spagnola sulle coste del Marocco. Enclave europea sulla frontiera dei flussi migratori provenienti dall’Africa, circondata da un muro altissimo di reti e fili spinati. Abbiamo un film, Gli uccelli di Hitchcock, e una domanda: perché quei volatili in perpetua migrazione ci fanno così paura? Esemplare l’immagine dei corvi appollaiati sul castello di ferro sovrapposta a quella dei migranti a cavalcioni della grande muraglia di rete di Melilla. Sulla scena, un piccolo modello di campo da golf con tanto di bandierina sul cui green centinaia di animaletti di plastica in marcia verso un dove che non importa, è il movimento a essere segno. È inarrestabile. Sul lato sinistro della scena dei tavoli su cui compaiono una serie di oggetti che vengono ripresi da alcune telecamere e compongono con le immagini proiettate una complessa narrazione fatta per immagini e voce fuori campo. Sul lato destro su un tavolo una figura di spalle con un K-Way rosso, come uno dei migranti nella foto. Ora passiamo alle tecniche di composizione di Agrupacion Señor Serrano. Faremo qualche esempio per non rovinare il gusto di vedere uno spettacolo intenso e perturbante. Innanzitutto il nome: Birdie, termine che a due significati. Da una parte uccellino, dall’altra è termine golfistico che indica un punteggio di uno sotto il par. Il golf e la migrazione dunque. Come si incastrano? Ecco una foto dove due giocatori di golf sul campo di Melilla, osservano i migranti appollaiati sulla rete tenuti d’occhio dalla Guardia Civil. Tra i migranti quello con il K-Way rosso. Quest’immagine viene finemente e fittamente analizzata. Dai tavoli ripresi dalle telecamere si preparano oggetti esplicativi: i nomi delle piante provenienti da più parti del mondo, oggetti prodotti in altrettanti luoghi lontani, lo spazio di visione rapportato a opere d’arte, e come un’opera d’arte vengono palesati punti di visone, fughe, strutture compositive, sezioni auree. Un’immagine, mille segnali. I rimandi da un segno a un altro stanno a noi, rimbalzano per tutta la scena, dal video, agli oggetti, alle persone, ai suoni. Ogni piccolo particolare è segno in un disegno complesso e nello stesso tempo leggero, ironico, devastante come una granata. Secondo esempio delle tecniche di montaggio delle attrazioni utilizzato da Agrupacion Señor Serrano. Prima scena: le telecamere inquadrano il tavolo colmo di oggetti: un pacchetto di sigarette, un obbiettivo fotografico, un giornale, un cellulare che squilla. Una voce fuori campo ci racconta del risveglio del fotografo Palazon, autore della foto in seguito analizzata. Appare quindi un giornale che viene sfogliato, Le notizie sono analizzate e dissezionate in profondità o per contrasto. Grafici si sovrappongono alle figure del giornale: flussi migratori, flussi di denaro, movimenti di materie prime. Oppure alla notizia di un’attrice che ringrazia per gli auguri di compleanno tramite un tweet, ecco che appare il logo di twitter con l’uccellino. E poi a quella dell’anniversario dell’uscita de Gli Uccelli, ecco la foto di Tippi Hedren nel film a cui è sovrapposta quella odierna con sul braccio appollaiato un uccello. Segnali che si aggiungo a segnali, una foresta che si forma sotto i nostri occhi. Ogni cosa ne rimanda a un’altra, in un mondo dove tutto è legato e parla la sua lingua propria in una sinfonia mirabilmente composta. Veniamo dunque alle funzioni di Birdie di Agrupacion Señor Serrano. Il teatro proposto dal collettivo catalano non è una narrazione in senso tradizionale, seppur un filo narrativo sia presente ma come pretesto più che come fine. Non vi è interpretazione né rappresentazione. Abbiamo sulla scena dei semplici esecutori, e qualora vi siano figure sulla scena diventano parte di un contesto significante in quanto frasi di un linguaggio complesso (es. l’uomo in rosso seduto immobile che richiama la foto). Agrupacion Señor Serrano utilizza dunque il teatro come sopporto per una riflessione sul mondo. Non vi sono ricette per guarire dai problemi, anzi vi è una costante messa in questione delle certezze e dei luoghi comuni su cui si basa la società europea. Le paure che scatena il fenomeno migratorio vengono osservate al microscopio. L’ironia e il linguaggio pop, leggero e divertente, amplificano e non sminuiscono il senso di precarietà delle nostre certezze. La scena finale in cui gli animaletti precipitano nella buca da golf dopo la loro lunga marcia non è per niente rassicurante seppur leggera. Il teatro di Agrupacion Señor Serrano è dunque un’arma del pensiero. La scena è un mezzo raffinato di osservazione e riflessione sul mondo in cui gli autori non antepongono la loro visione, ma porgono semplicemente delle domande alla comunità/pubblico su cui riflettere insieme. Il teatro in Birdie di Agrupacion Señor Serrano parla la sua propria lingua senza alcuna soggiacenza rispetto a un testo o a un messaggio. Pone domande esaltando la sua funzione di sguardo privilegiato sul mondo. È il gran teatro del mondo con tutte le sue contraddizioni. Il teatro di Agrupacion Señor Serrano è anche composizione di materiali o, come direbbe Ėjzenštejn, montaggio delle attrazioni. Tutto concorre a parlare, a significare, in un incastro senza fine e sempre ricombinabile. È scrittura scenica nella sua magnificenza, quella che stiamo perdendo sotto il meglio di un insorgente populismo culturale. Il teatro è forte se parla questa lingua è possiede una chiara funzione diventando grimaldello per la comprensione del mondo. Una riflessione comunitaria che consegna le chiave per un’indagine sul reale e le sue contraddizioni. Non risposta semplicistica e confortante ma gragnola di domande che mette in crisi le certezze assodate. Enrico Pastore
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