Osaka di Carmelo Segura è un mito che attraversa in varie declinazioni tutto l’Estremo Oriente. Un filo rosso attraversa la vita di ognuno di noi, ne determina gli incontri, le persone che amiamo, odiamo, ci aiutano o ci ostacolano. Un filo rosso legato a noi e a coloro che in maniera significante influenzano la nostra esistenza; un filamento rosso che intesse le nostre vite nel disegno delle epoche.
Osaka di Carmelo Segura non è un racconto, è un flusso di emozioni e interazioni: piccole lotte, scontri animaleschi, amori focosi o delicate tangenze che in un attimo svaniscono come un fiore d’arancio. Ed è la danza che emana dal palco alla platea queste sensazioni che coinvolgono il pubblico, la avvincono nel movimento, lo coinvolgono senza proferir parola alcuna. Osaka di Carmelo Segura è un viaggio senza giudizio nei rapporti umani, nel tempo, lungo o breve che sia in cui questi si sviluppano e muoiono, come nel toccante bassorilievo di figure iniziale, dove i due danzatori, sviluppano teorie di possibilità appiattiti su un fondale di carta di riso. O come nel cerchio di fili rossi a racchiudere un giardino zen di chicchi di riso, simbolo di fertilità e prosperità dove avviene una lotta che ricorda il sumo. Nel piccolo cerchio delle interazioni forza e delicatezza giocano e danzano il nostro destino, Osaka di Carmelo Segura ripeto non è un racconto, ma una compresenza di quadri, situazioni, stati mentali ed emotivi che travalicano uno nell’altro, travasano come coppe comunicanti le esperienze che si maturano nel tempo e nello spazio e perennemente evolvono e si permutano, come nel gioco di ombre dei danzatori in cui ogni azione e ogni movimento conosce il suo doppio ingrandito. Un evolversi come di piccolo sasso gettato in un lago calmo a generare onde sempre più ampie, come ogni gesto, perfino il più gentile e delicato crea onde di risonanza nelle vite a cui è dedicato. Carmelo Segura è un giovane coreografo e danzatore madrileno, fondatore della Carmelo Segura Dance Company (ospite in questi giorni nella stagione di Officine Caos/Stalker Teatro) con già all’attivo un bel curriculum internazionale e un linguaggio coreografico maturo, estremamente poetico, delicato che in Osaka si palesa in tutta la sua forza gentile. Enrico Pastore
Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Aldo Pardi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Marco Maurizi, Gianluca De Fazio, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Nicola Candreva, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Francesco Panizzo. |
Intervista a
Enrico Pastore sul suo Imaginary landscapes: tale on invisible cities di Francesco Panizzo Intervista a Irene Russolillo
di Enrico Pastore Un grande particolare.
A Novi Cad con il Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards di Francesco Panizzo Incontri verticali
con Jurij Alschitz di Mariella Soldo Sottrazioni -
Conferenza in commemorazione di Carmelo Bene al Caffè Letteraio Le Murate di Francesco Panizzo |
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