“Occorre un grande amore, capace di ispirare e sostenere questo sforzo continuo verso la verità, questa generosità assoluta e questo profondo scoprirsi che implica la genesi di ogni opera d’arte.
Ma l’amore non è forse all’origine di tutta la creazione?” (H. Matisse)
Ma l’amore non è forse all’origine di tutta la creazione?” (H. Matisse)
W Momix Forever, è musica, è poesia, un inno composto da varie strofe che costituiscono singolarmente e nel loro insieme una vivace celebrazione della natura, della bellezza, del corpo, attraverso la danza contemporanea. La rassegna di coreografie provenienti da vari storici spettacoli della compagnia di Moses Pendleton è l’apoteosi della fantasia, la dimostrazione del potere dell’immaginazione che permette di superare i limiti e scoprire meravigliose, stupefacenti, insperate possibilità.
C’è bisogno anche e proprio di questo in tempi in cui troppo spesso si mette in scena la violenza per combattere la violenza e si dimentica di sottolineare il potenziale positivo, visionario e rivoluzionario di questo nostro complicato mondo. Per condurre lo spettatore verso la sorpresa estatica sono sufficienti l’ottima preparazione degli artisti ed elementi scenografici estremamente semplici. Paradossalmente la fantasia, negazione della razionalità, si esterna attraverso la scienza, complici la matematica e la fisica, artefici del successo delle coreografie e presenti in modo sia celato che esplicito. La successione di immagini in movimento è varia, ma rimane costante la perfezione e l’armonia dei gesti che celebrano la serenità e inducono alla leggerezza. Non si può non pensare a Chagall e alle sue figure del quotidiano, così colorate e prive di pesantezza e gravità, del resto come lui stesso diceva “Un quadro deve fiorire come qualcosa di vivo. Deve afferrare qualcosa di inafferrabile: il fascino e il profondo significato di quello che ci sta a cuore.” E questo spettacolo è un continuo emozionante manifestarsi di intense e fantastiche rappresentazioni della vita, nella ripetizione ed evoluzione di figure geometriche, arcaiche cerimonie con lunghe aste, effetti ottici con elementi luminosi, proiezioni e parole intorno a masse dinamiche, specchi che rivelano ed esaltano il corpo nelle sue simmetrie, esercizi circensi, figure metafisiche. Non mancano riferimenti più o meno chiari a vari tipi di danza, rielaborata e quindi scevra da formalismi e schemi: ecco dunque una danzatrice protagonista nel tipico roteare dei dervisci, un tango ballato da mandriani, una danza su musica classica a ruoli invertiti e con fantocci, oltre a elementi acrobatici che sono una costante degli spettacoli dei Momix. Originale rituale che glorifica l’armonia la quale si mescola a una sottile comicità che non impedisce di apprezzarla, ma al contrario la esalta. Certo si chiede al pubblico una sorta di compartecipazione alla celebrazione dell’immaginario creativo, il riconoscimento che l’esistenza umana ha in sé le proprie possibilità, il recupero attraverso il fantastico della percezione di ciò che di meraviglioso già c’è nell’interiorità. E il pubblico, infatti, si lascia andare a questo sogno collettivo e reagisce con entusiasmo quasi infantile. Sara Maddalena
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