Brevi considerazioni su Umano Festival di Firenze -. Articolo di Francesco Panizzo

Witz Sezione diretta da Sara Maddalena

Brevi considerazioni su

Umano
Festival
di Firenze

Articolo di Francesco Panizzo

Umano festival è alla sua prima edizione. Capeau!
Sono spesso pochi gli spettacoli che in un festival riescono a bucare la quarta parete e Umano in questo segue la regola del nomen omen. Splendono Virgilio Sieni, Radhouane El Meddeb, MK, Laurent Chétuane Emanuel Gat, Claudia Catarzi, Claudia Caldarano.

Non ho esperienza di danza personali quindi mi concentro su alcune coincidenze con il mondo del teatro, su cui posso avere più voce in capitolo, per trattare alcuni temi in riferimento agli spettacoli offerti da questa prima edizione fiorentina sulla danza. Gli elementi teatrali non sono mancati e le coreografie hanno lasciato molto spazio all’interagire con gli oggetti di scena e avvalorato alcune performance sulla rappresentazione di ambientazioni immaginifiche, richiami extra-diegetici e anche di costumistica o maschera. La scenografia stessa (oggi concepts sempre più importanti e dettagliati nel mondo della danza), porta in sé il concetto di vivere la città durante gli spettacoli, il che ci consente di eleggere l'esperienza fatta come una possibilità di integrazione con il vissuto reale, anche se non quotidiano, alcune location brillanti della Firenze storica come luoghi deputati a ospitare l’arte e i suoi fruitori, un segno tipico del teatro alla Ronconi come eco di un ‘Novecento teatrale’ non trascurabile anche se ripreso.

Gli orari degli spettacoli sono rispettati al minuto, e le guide fra i luoghi dove gli spettacoli vengono presentati e suddivisi, entusiasma nell’intento vista la particolarità della sua prima edizione. Ci apporta un effetto Trigger lo spettacolo di Annamaria Ajmone, che spezzato nella già sua esile parvenza nella Sala del Fiorino di Palazzo Pitti, sposta i suoi tentativi di rivalsa 20 minuti dopo alla Sala di Cango, senza avere molte altre carte da giocarsi. Accusa un po’ il colpo anche Caludia Caldarano con il suo Causa Sui meno vittima dello spostamento e protetta dalla scelta di aggiungere elementi scenografici minimali rincalzando con l’utilizzo di un oggetto che le tiene spalancate le labbra. Caldarano presenta questo lavoro in una prima tappa al Salone degli Scheletri del Museo La Specola, in un ambiente che la fa da padrona per la sua suggestività, fra scheletri di molti animali della preistoria, la Caldarano si muove tra alcuni Ominidi e Homo sapiens invasata dalle vibrazioni del posto, per poi planare in una saletta di Cango e provare a ripetere il bis della performance presa da diverse stimolazioni. Le scelte in generale di Claudia convincono decisamente!

Spiazzante Laurent Chétouane che mette in scena Considering/Accumulations. Uno spettacolo con i due interpreti, Raphaelle Delaunay e Mikael Marklund assieme al pianista Mathias Halvorsen, e una voce narrante extra-diegetica il cui testo è a tratti proiettato sul fondale della scena. I due si rincorrono e abbandonano lungo tutto lo spettacolo, proponendo il tema della ‘grazia irresolubilmente perduta’.
Heinrich Von kleist è l’ispiratore e motore concettuale che il coreografo francese ha portato in una scena che poteva continuare anche per ore e che, superato il primo scoglio, è riuscita a ipnotizzare grazie alle movenze dei suoi interpreti, per nulla privi di grazia.

Proprio questo spettacolo apre considerazioni non da poco per quanto riguarda le posizioni estetiche contrastanti che oppongono danza classica e danza contemporanea. La questione della grazia è spesso risultata come terra fraintendibile nella sua teoria quando accostata a quella della pulizia del gesto. Una relazione o rapporto anche pratico e fisiologico che questo festival della danza mi ha molto suggestionato. Una scarica di riflessioni in merito è stata una costante tensione che mi ha accompagnato in questa prima edizione di Umano Festival. Non sono stupito dalla mancanza di pulizia del gesto che ormai si è imposta. Un periodo spurio di spiritualità artistica ha sempre il suo risvolto nell’esaltazione di una "interattività prosaica" fra gli attori come scelta stilistica da una ostentazione di una ricercata mancanza di classica grazia negli spettacoli odierni, ma sicuramente un po’ annichilito lo sono.

Francesco Panizzo

GENESI DI
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Scrivono in PASSPARnous: k
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