Dolce vita – Archeologia della Passione, l’opera presentata a settembre 2014 da Virgilio Sieni al Romaeuropa Festival, si compone di varie parti richiamanti la storia di Cristo: annuncio, crocefissione, deposizione, sepoltura, resurrezione.
Ogni quadro coreografico è preceduto dal titolo che viene composto dai danzatori che si dispongono in modo tale da mostrare dei cartelli su cui sono scritte le lettere. In scena, sempre presente sul fondo, il contrabbassista Daniele Roccato, che esegue le sue musiche dal vivo. Apre la prima parte un angelo malinconico, i cui movimenti e le cadute rendono la complessità di quell’essere fragile e celestiale. Solitudine e tristezza si mescolano con conoscenza e contemplazione: la malinconia, diceva Flaubert, è segno di nobiltà di cuore ed elevazione dello spirito. Elevazione determinata, nel quadro della crocifissione, da coni bianchi, elementi spaziali utilizzati dai danzatori per estendersi, allungare estremità. Le facce dipinte, da clown, enfatizzano le espressioni. Dalla ricca varietà di pose dei giovani artisti emerge una grande forza rappresentativa, interessante combinazione tra esplosione emotiva e spiritualità. Come dichiara il coreografo, “il corpo viene preparato, forgiato per riprodurre figure e il gesto è condizione di distinzione sacra, non legato alla necessità pratica: il primo gesto ha funzioni di cominciamento, origine, e ogni gesto muore per generare il gesto successivo”. Nella parte seguente, inerente la deposizione, vengono introdotti oggetti di legno, materiali tipici delle botteghe degli artisti: questa dimensione artigianale crea un efficace contrasto con l’ambiente del Teatro Argentina, dove si svolge lo spettacolo. Le aste vengono utilizzate dai danzatori per creare sostegni la cui precaria disposizione accentua l’incertezza dell’istante nella sua gravità. Il disequilibrio sottolinea gli aspetti geometrici e fisici dando vita a nuovi profili corporei. Il momento della sepoltura vede invece un repentino cambiamento, gli artisti si spogliano, un rettangolo bianco delimita il luogo deputato, lo spazio in cui si muovono. Nell’ultima parte, la resurrezione, si distingue un lavoro sulla trasfigurazione del volto e sulla vocalità. Il rimando, nei cinque quadri, a specifiche opere pittoriche (di Dürer, Rosso Fiorentino, Pontormo, Cézanne, ecc.) è evidente, ma si manifesta in forma di ispirazione, citazione, e non di pedissequa ricostruzione. Nella composizione coreografica non c’è spazio per l’improvvisazione, ma c’è comunque liberazione del movimento nell’interpretazione. Il corpo diviene strumento di trasformazione della realtà, riscoperta del primitivo, veicolo di memorie che si trasmettono per impulsi. Sara Maddalena
Coreografia Virgilio Sieni
interpretazione e collaborazione Giulia Mureddu, Sara Sguotti, Jari Boldrini, Ramona Caia, Maurizio Giunti, Giulio Petrucci, Claudia Caldarano, Marjolein Vogels musiche di Daniele Roccato eseguite dal vivo dall’autore luci Fabio Sajiz, Virgilio Sieni costumi Giulia Bonaldi maschera Giovanna Amoroso & Istvan Zimmermann, Plastikart Studio allestimento Viviana Rella produzione 2014 Compagnia Virgilio Sieni collaborazione e sostegno di Romaeuropa Festival, Ert Emilia Romagna Teatro, Associazione Teatrale Pistoiese, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Regione Toscana, Comune di Firenze. |
INCAMMINANDOSI VERSO IL FUTURO
di Sara Madddalena Eros, impulso
vitale e necessario di Sara Maddalena |
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Aldo Pardi, Claudia Landolfi, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Fabio Treppiedi, Silverio Zanobetti, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Enrico Pastore, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Francesco Panizzo.
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