Witz rubrica diretta da Sara Maddalena
L’immaginazione attiva è junghianamente metodo di confronto con l’inconscio, la danza indiana rende praticabile la via dell’immaginazione che porta all’astrazione: attraverso la danza si attua una ricerca di sé, ed è noto come essere realmente con se stessi avvicini al senso del sacro.
Il danzatore deve sottoporsi ad una dura disciplina per poter acquisire un’elevata abilità tecni- ca ed il grado di concentrazione necessarie per potere interpretare la danza con emozione e devozione, ma soprattutto deve raggiungere una elevata maturità spirituale per trascendere la realtà umana. “Dramma e gioco, miti e favole esigono che all’estroversione fortemente sensoriale e fedele alla realtà venga ad associarsi l’elemento introverso e quindi la meditazione, il ricordo e la visione retrospettiva, cui si aggiungono la composizione e la stilizzazione” (Curt Sachs).
Il centro studi Bibliothé Bhaktivedanta di Roma ha aperto il suo spazio a dicembre per dare l’occasione di vedere Marialuisa Sales in una esibizione di danza Bharata Natyam. Il luogo è angusto ma suggestivo, le pareti sono coperte di libri, il pubblico, eterogeneo per età ed etnie, è folto, eppure subito si crea un silenzio cultuale e un’atmosfera magica non appena la danzatrice fa il suo ingresso, a piedi nudi, con il variopinto costume tradizionale. Marialuisa Sales è pro- fessionista affermata, ricercatrice, membro del Consiglio Internazionale della Danza dell’Unesco, ha studiato danza classica presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, quindi si è dedicata alla danza contemporanea, alle danze popolari ed antiche, arabe e centroasiatiche, e soprattutto alla Danza Classica Indiana Bharata Natyam, apprendendo il repertorio di Yamini Krishnamurti da Giovanna Leva Joglekar.
Il centro studi Bibliothé Bhaktivedanta di Roma ha aperto il suo spazio a dicembre per dare l’occasione di vedere Marialuisa Sales in una esibizione di danza Bharata Natyam. Il luogo è angusto ma suggestivo, le pareti sono coperte di libri, il pubblico, eterogeneo per età ed etnie, è folto, eppure subito si crea un silenzio cultuale e un’atmosfera magica non appena la danzatrice fa il suo ingresso, a piedi nudi, con il variopinto costume tradizionale. Marialuisa Sales è pro- fessionista affermata, ricercatrice, membro del Consiglio Internazionale della Danza dell’Unesco, ha studiato danza classica presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, quindi si è dedicata alla danza contemporanea, alle danze popolari ed antiche, arabe e centroasiatiche, e soprattutto alla Danza Classica Indiana Bharata Natyam, apprendendo il repertorio di Yamini Krishnamurti da Giovanna Leva Joglekar.
Concepita per secoli come forma di invocazione, esprime amore, grazia, bellezza, comunione tra uomini e dèi: finalizzata a trasfigurare spettacolarmente la vita dello spirito, è un’arte in cui si incontrano rito e mito, religione, teatro, letteratura, arti figurative, società, musica.
Lo spettatore si rende subito conto del piacevole paradosso per cui il corpo così materiale, erotico, carnale, diventa il veicolo per rivivere il mito in un sentire antico e trascendente. Energia e armonia sono al centro della danza: il corpo è davvero sacro e mezzo d’amore. Il linguaggio dei gesti è codificato, attraverso il movimento come efficace forma di rappresentazione, la danzatrice racconta una storia, che va intuita attraverso i codici di un rito arcaico: il codice mimico del Bharata Natyam è estremamente articolato, rigoroso, elegante e magico. Ed ecco apparire nuvole, animali, fiumi, sentimenti, onde, persone, montagne, fiori, divinità: tutto è rappresentato per mezzo di un linguaggio gestuale sia figurativo che astratto, affidato alle mani, all’espressività del volto, a pose, mimi, elementi ritmici e ripetitivi che coinvolgono l’intero corpo. “Come in una cosa divinamente regolata non c’è in questo corpo indizio di rivolta. Si sente che è tutto al suo posto. Si comprende la rotazione del braccio, attraverso l’esame della scapola, attraverso il suo rilievo, la gabbia toracica e l’ammirevole attacco delle costole ripreso dai dentellati per tenere fissata la scapola alla sua funzione. E il fianco che continua, il torso, qui stretto e là serrato, che si sviluppa per articolare due cosce, leve, angoli perfetti, gambe delicate che danzano al suolo. L’uomo ignorante semplifica e guarda in modo ordinario: toglie la vita di un arto superiore per amare l’inferiore, non tenendo conto di niente. Bisogna studiare di più per interessarsi e vedere.” come ebbe modo di dichiarare Auguste Rodin in merito alla danza indiana.
Questa danza così antica possiede caratteristiche straordinarie e per tale motivo è divenuta oggetto di studio per la scomposizione del movimento, il senso ritmico, lo studio dei rapporti di equilibrio e forza, il significato delle posture, la presenza scenica, l’esattezza e precisione del gesto, la partitura coreografica. È meraviglioso come ogni impercettibile azione di testa, collo, sopracciglia, occhi, dita, richiami innumerevoli simboli, evochi immagini. La Sales possiede i requisiti richiesti: in tutti suoi movimenti si riconoscono agilità, stabilità, linee aggraziate, equilibrio, espressioni di purezza, tenerezza e grazia. Mani e occhi hanno una grande carica comunicativa. Il pubblico è ipnotizzato, rapito da questo insieme di figurazioni e sinuosità multidirezionali, della percezione interna ed esterna, l’effetto estetico è nitido e persistente, frutto di un lavoro di alta qualità dove la forza creatrice è associata alla sicurezza di uno stile fisso e impersonale, a riprova che pur essendo i modelli ritmici ben classificati, nella propria perfetta interpretazione l’artista d’eccellenza può conquistare una infinita libertà espressiva e creativa.
Lo spettatore si rende subito conto del piacevole paradosso per cui il corpo così materiale, erotico, carnale, diventa il veicolo per rivivere il mito in un sentire antico e trascendente. Energia e armonia sono al centro della danza: il corpo è davvero sacro e mezzo d’amore. Il linguaggio dei gesti è codificato, attraverso il movimento come efficace forma di rappresentazione, la danzatrice racconta una storia, che va intuita attraverso i codici di un rito arcaico: il codice mimico del Bharata Natyam è estremamente articolato, rigoroso, elegante e magico. Ed ecco apparire nuvole, animali, fiumi, sentimenti, onde, persone, montagne, fiori, divinità: tutto è rappresentato per mezzo di un linguaggio gestuale sia figurativo che astratto, affidato alle mani, all’espressività del volto, a pose, mimi, elementi ritmici e ripetitivi che coinvolgono l’intero corpo. “Come in una cosa divinamente regolata non c’è in questo corpo indizio di rivolta. Si sente che è tutto al suo posto. Si comprende la rotazione del braccio, attraverso l’esame della scapola, attraverso il suo rilievo, la gabbia toracica e l’ammirevole attacco delle costole ripreso dai dentellati per tenere fissata la scapola alla sua funzione. E il fianco che continua, il torso, qui stretto e là serrato, che si sviluppa per articolare due cosce, leve, angoli perfetti, gambe delicate che danzano al suolo. L’uomo ignorante semplifica e guarda in modo ordinario: toglie la vita di un arto superiore per amare l’inferiore, non tenendo conto di niente. Bisogna studiare di più per interessarsi e vedere.” come ebbe modo di dichiarare Auguste Rodin in merito alla danza indiana.
Questa danza così antica possiede caratteristiche straordinarie e per tale motivo è divenuta oggetto di studio per la scomposizione del movimento, il senso ritmico, lo studio dei rapporti di equilibrio e forza, il significato delle posture, la presenza scenica, l’esattezza e precisione del gesto, la partitura coreografica. È meraviglioso come ogni impercettibile azione di testa, collo, sopracciglia, occhi, dita, richiami innumerevoli simboli, evochi immagini. La Sales possiede i requisiti richiesti: in tutti suoi movimenti si riconoscono agilità, stabilità, linee aggraziate, equilibrio, espressioni di purezza, tenerezza e grazia. Mani e occhi hanno una grande carica comunicativa. Il pubblico è ipnotizzato, rapito da questo insieme di figurazioni e sinuosità multidirezionali, della percezione interna ed esterna, l’effetto estetico è nitido e persistente, frutto di un lavoro di alta qualità dove la forza creatrice è associata alla sicurezza di uno stile fisso e impersonale, a riprova che pur essendo i modelli ritmici ben classificati, nella propria perfetta interpretazione l’artista d’eccellenza può conquistare una infinita libertà espressiva e creativa.
Sara Maddalena
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