L’ensemble è composto da otto cantanti solisti e due pianisti stilisticamente eclettici.
Tra le voci maschili vi sono tenore, baritono basso e tutte le varietà del canto lirico femminile. Il repertorio comprende una grande varietà di generi, dalla canzone popolare napoletana al jazz, dalla musica per colonne sonore cinematografiche ai musical, alle operette e oltre, fino ad arrivare ai classici del repertorio lirico internazionale.
Questi cantanti solisti e pianisti sono al lavoro per rilanciare i valori dimenticati dell’arte del canto, disegnati sulla vecchia estetica del bel canto, sotto il sensibile tentativo di rinnovarne le vesti. Tutti questi cantanti hanno perfezionato, a l’uopo, le tecniche utilizzate dai cantanti dei primi del ‘900, come anche i frenetici cambi di scena della “Belle Epoque”. A questo si aggiungono i Concerti pianistici individuali, di diversi stili ed epoche, all’interno dei quali, una particolare attrazione è diventata l’accompagnamento di film muti con musica dal vivo, come avveniva proprio ai tempi del cinema muto.
Tra le voci maschili vi sono tenore, baritono basso e tutte le varietà del canto lirico femminile. Il repertorio comprende una grande varietà di generi, dalla canzone popolare napoletana al jazz, dalla musica per colonne sonore cinematografiche ai musical, alle operette e oltre, fino ad arrivare ai classici del repertorio lirico internazionale.
Questi cantanti solisti e pianisti sono al lavoro per rilanciare i valori dimenticati dell’arte del canto, disegnati sulla vecchia estetica del bel canto, sotto il sensibile tentativo di rinnovarne le vesti. Tutti questi cantanti hanno perfezionato, a l’uopo, le tecniche utilizzate dai cantanti dei primi del ‘900, come anche i frenetici cambi di scena della “Belle Epoque”. A questo si aggiungono i Concerti pianistici individuali, di diversi stili ed epoche, all’interno dei quali, una particolare attrazione è diventata l’accompagnamento di film muti con musica dal vivo, come avveniva proprio ai tempi del cinema muto.
La prospettiva di una fede nel concetto di “ecologia musicale”, della purezza dell’anima attraverso la rivalutazione di valori culturali intangibili in tutti gli aspetti della vita, è ciò che collega questi artisti. I brani che propongono vengono mantenuti in lingua originale, ma il gruppo non si limita a imbellettare pezzi musicali, forse in disuso o troppo abusati. Il gruppo si svende al suo pubblico, perfettamente consapevole del proprio sacrificio alla storia e alla funzione sociale della musica, in un mondo dove sembra non si possa immaginare qualcosa di meglio o possibilmente migliorabile in ambito musicale. Un po’ come si fosse già dato tanto, a volte troppo e perché no, tutto! Una dimensione dove questi artisti sembrano voler maggiormente valorizzare le proprie capacità, indubbiamente notevoli.
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Certo, il loro gioco sta sopratutto nel ridare spolvero al passato arricchendo alcune grandi composizioni con addizioni sceniche teatrali e attraverso quella tipica forma dell’interazione digitale per concerti e spettacoli multimediali.
Una proposta che non si pente di scendere a patti con la consuetudine e che fa dell’umiltà il proprio cavallo di battaglia anche perché, se ci si vuole sacrificare completamente al mondo dell’arte lo si deve fare in modo radicale.
Non vi è scampo dai cliché; ma è una formula particolare che questo ensemble mette assieme, è quasi una protesta sociale verso un mondo che cade a pezzi, dove la ripetizione delle vecchie matrici musicali diviene coazione a valorizzare le radici da cui proviene il proprio background culturale dalle più disparate estrazioni del mondo e, questo, per indolenza nel preferire altro da quel valore. Il disinteresse di proporre qualcosa di superiore ad esso, viene paradossalmente visto dal gruppo come una vera novità, almeno di questi tempi, dove molto artisti si affannano per affermare di aver inventato qualcosa di nuovo. Cosa possiamo fare senza la musica? Questo è quanto scaturisce dall’attività di questo gruppo. L’imponenza della domanda, provoca già di per sé un movimento, sia per chi la musica compone sia per chi l’ascolta.
Una proposta che non si pente di scendere a patti con la consuetudine e che fa dell’umiltà il proprio cavallo di battaglia anche perché, se ci si vuole sacrificare completamente al mondo dell’arte lo si deve fare in modo radicale.
Non vi è scampo dai cliché; ma è una formula particolare che questo ensemble mette assieme, è quasi una protesta sociale verso un mondo che cade a pezzi, dove la ripetizione delle vecchie matrici musicali diviene coazione a valorizzare le radici da cui proviene il proprio background culturale dalle più disparate estrazioni del mondo e, questo, per indolenza nel preferire altro da quel valore. Il disinteresse di proporre qualcosa di superiore ad esso, viene paradossalmente visto dal gruppo come una vera novità, almeno di questi tempi, dove molto artisti si affannano per affermare di aver inventato qualcosa di nuovo. Cosa possiamo fare senza la musica? Questo è quanto scaturisce dall’attività di questo gruppo. L’imponenza della domanda, provoca già di per sé un movimento, sia per chi la musica compone sia per chi l’ascolta.
Ecco allora che ECHO ODISSEA ci mette in rassegna, fotogramma per fotogramma, l’assortita e vasta gamma di modelli e di approcci alla performance, che vanno dal collage di concerti a tema, al repertorio operistico, fino ad arrivare a ECHO Settacolo per bambini rivolto all’educazione dei bambini delle scuole primarie (coscienza, immaginazione e critica, trasmissione di valori e modelli), perché si preservi, in questo “lasso di coma” qual è nostro sociale, almeno un possibile futuro della musica di ogni cultura musicale, attraverso la didattica e la pedagogia nella scuola elementare e presso i giovani.
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Come stimolo e integrazione al lavoro con i bambini, questo gruppo promuove giovani talenti grazie all’evento ECHO Festival Serbia, nella Scuola di canto e musica.
Questi sono conosciuti con il nome di Con e il loro lavoro viene presentato in vari spettacoli pubblici soprattutto nei festival di Belgrado e inaltre famose location in Serbia. Anche per questo, la realtà di ECHO ODISSEA ha ottenuto un grande successo nella promozione dell’arte della musica.
Questi sono conosciuti con il nome di Con e il loro lavoro viene presentato in vari spettacoli pubblici soprattutto nei festival di Belgrado e inaltre famose location in Serbia. Anche per questo, la realtà di ECHO ODISSEA ha ottenuto un grande successo nella promozione dell’arte della musica.
Francesco Panizzo
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