Trickster Rubrica diretta da Alessandro Rizzo
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Il dettaglio diventa parte principale di un percorso narrativo nella fotografia di Simone Meneghello. Il fascino che propongono le opere di Meneghello ci inducono a conoscere nuove frontiere dell’arte, in cui l’impatto estetico ci porta ad assaporare un significante rinnovato ed esaltante forme e stili mai conosciuti, mai intrapresi, mai goduti ma dirompenti ed esaltanti. Simone Meneghello si professa come fotografo dall’arte taoista: la spiegazione di questo è stata affrontata da una sua esibizione musicale dove, attraverso le note, ci ha fatto assaporare il vero significato lirico di questa visione attraverso le vibrazioni che solo il pianoforte può arrecarci. Alternanza, quindi, di pieni e di vuoti, di sfumature scure e sfumature più lucenti, di linee orizzontali e di linee verticali, di soggetti ritratti e di oggetti ripresi e rubati dalla quotidianità: lo stile musicale che si può inserire nel concetto allegorico e metafisico di taoismo, nei contrapposti disegni sonori di un tono Yin e un tono Yang, di due elementi contrapposti che condotti e ricondotti nella loro dimensione ci portano ad assaporare la non assolutezza definita del reale esistente anche nella fotografia e nell’oggetto artistico ripreso.
Niente è completamente quello che è: l’oggetto singolo nella visione macroscopica dell’arte di Meneghello ciporta a visionare panorami e scenari differenti e alternativi che ci interrogano sulla complessità dicotomica, quindi molto artistica ed esteticamente ispi- ratrice, dell’elemento tangibile. |
La composizione nelle opere di Simone Meneghello ci detta quella dimensione com- pleta che ci porta a individuare una conoscenza minimalista del reale, quasi inducendoci e invitandoci a scomporre e decomporre il reale nei suoi tanti ceselli contraddittori possibili e ricondurli a un’unità originale che non annien- ta questi ultimi ma li ripropone in ottiche sostanziali differenti che ci propone un riflesso armonico seppure composito.
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Tutto questo è ottenuto
attraverso un gioco raffinato, naturale, semplice, diretto, quindi
esteticamente coinvolgente, delle luci e delle ombre che si propongono
come fonti di riflessione nella nostra vita quotidiana e che un occhio
distratto e alienato non riesce a recepirne la valenza sostanziale a
cui possono condurci.
Toccheranno la nostra capacità di immaginare profili interiori, stimolare le nostre emozioni e indurci a conoscere nel nostro inconscio dimensioni a noi note ma mai approfondite: un iperrealismo che ci apporta tramite lo specifico a scenari concettuali e ideali, dando alla strana rappresentazione diverse visioni e diverse forme non definite, né defi- nibili, seppure sgorganti da una piccolezza tangibile. In Meneghello avvertiamo la presenza di una formazione con- tinua che ha portato l’autore a sperimentare con passione forme e contenuti diversi e alternativi per apportarlo a una poetica propria che, tramite un eclettismo dei generi, ci conduce verso opere autonome e originali e che offrono innumerevoli soggetti dal soggetto principale irricono-scibilmente decontestualizzato in un’ottica atemporale.
Toccheranno la nostra capacità di immaginare profili interiori, stimolare le nostre emozioni e indurci a conoscere nel nostro inconscio dimensioni a noi note ma mai approfondite: un iperrealismo che ci apporta tramite lo specifico a scenari concettuali e ideali, dando alla strana rappresentazione diverse visioni e diverse forme non definite, né defi- nibili, seppure sgorganti da una piccolezza tangibile. In Meneghello avvertiamo la presenza di una formazione con- tinua che ha portato l’autore a sperimentare con passione forme e contenuti diversi e alternativi per apportarlo a una poetica propria che, tramite un eclettismo dei generi, ci conduce verso opere autonome e originali e che offrono innumerevoli soggetti dal soggetto principale irricono-scibilmente decontestualizzato in un’ottica atemporale.
Possiamo dire che sia evidenziabile
l’ossessione dell’autore: quella ossessione che crea ispirazione
artistica e, quindi, l’opera in sé, raccogliendo in un cosmo irregolare e
scomposto quell’armonia che si riassume nel dato estetico narrativo del
lavoro finito. Occorre, quindi, avere l’occhio attento di chi attraverso la propria poetica cerca di catturare e immortalare quel dato e quella situazione complessiva nel giusto momento. “Vedi il mondo, lo osservi […] lo osservi e fai parte anche tu di questo mondo, non è che tu analizzi gli altri e tu sei fuori. Tu fai parte di questo mondo”, direbbe Carla Cerati, ottima fotografa storica sullo scenario italiano: ed è da questa ottica che possiamo comprendere quel gioco armonico dell’io ideatore artistico integrato nel contesto che è decontestualizzato per la sua complessità e la sua capacità des- trutturante e destrutturata di scandagliare la complessità del reale ricavandone quell’armonia a noi ignota ma in noi presente perché auspicata, conosciuta nell’inconscio, ricercata nei percorsi esistenziali individuali e collettivi.
L’irrilevante in questo contesto artistico ed estetico diventa protagonista, come avviene in un sogno e nella realtà, lasciando diventare gregario tutto ciò che spesso viene considerato: le forme assumono valenze altre/astratte.
L’irrilevante in questo contesto artistico ed estetico diventa protagonista, come avviene in un sogno e nella realtà, lasciando diventare gregario tutto ciò che spesso viene considerato: le forme assumono valenze altre/astratte.
Alessandro Rizzo
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