La scelta
nella Valchiria di Wagner Delle quattro opere che compongono “L’Anello del Nibelungo”, “La Valchiria” è quella sicuramente più eseguita al di fuori del resto del ciclo. Con la Valchiria ci troviamo gettati nel mondo degli uomini e delle donne e vengono raccontate diverse storie d’amore secondo la tradizione operistica più antica. Tra di esse la più intrigante è quella filiale-paterna che intercorre tra Wotan (Odino) e la figlia Brunilde. Wotan si presenta come figlio di Valtamr (“aduso [alla scelta] dei prescelti”), e questo non a caso è un suo appellativo.
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Nella mitologia nordica Wotan incarna caratteri piuttosto differenti rispetto a come lo tratteggia Wagner. Benché Wotan sia innovatore, spregiudicato e sconvolgente, non può essere considerato adultero perché è un dio creatore. Wotan, insieme ai suoi fratelli, è padre di tutti, umani o dèi che siano. I suoi molteplici figli sono i capostipiti delle più grandi dinastie. Il Wotan di Wagner invece deve manifestarsi come un dio in decadenza, pieno di contraddizioni piut- tosto che spregiudicato. Wotan nel corso di tutta l’opera wagneriana si dimostra incapace di difendere qualunque po- sizione coerente. Nel secondo atto Wotan chiama Brunilde e, malgrado distrutto dal dolore, rovescia ciò che le aveva ordinato poco prima: non avrà più il compito di proteggere il figlio Siegmund, il quale dovrà invece soccombere e a nulla valgono i suoi tentativi di far ricredere il padre. Brunilde, approfittando di un momento durante il quale Sieg- linde si è addormentata, appare a Siegmund, e gli preannuncia che la sua apparizione significa che presto dovrà mo- rire. Siegmund respinge Brunilde e le chiede se nel suo destino sia previsto il distacco da Sieglinde. Brunilde insiste dicendo che solo lui dovrà morire mentre Sieglinde rimarrà in vita. Siegmund allora minaccia di uccidersi insieme a Sieglinde, cosicché nessuno potrà più separarli. Brunilde, travolta dalla commozione per questo amore infinito, deci- de di contravvenire all’ordine di Wotan: promette a Siegmund che lo proteggerà nel duello con Hunding. Hunding giunge ed il duello inizia. Brunilde protegge Siegmund ma quando questi sta per prevalere definitivamente interviene direttamente Wotan che con una lancia manda in frantumi la spada di Siegmund. Hunding colpisce a morte Sieg- mund. Wotan, in preda ad una collera inaudita fulmina Hunding e si lancia all’inseguimento della figlia traditrice Brunilde, la quale è scappata portando con sé la disperata Sieglinde.
Il terzo atto si apre con la celebre
“Cavalcata delle Valchirie”. Le sorelle Valchirie non sono molto liete delle
scelte fatte da Brunilde e persino quando vengono a sapere che Sieglinde porta
in grembo il frutto del vero amore fra lei e Siegmund, non mostrano particolare
sensibilità. Non realizzano che quella creatura che Sieglinde porta in grembo
potrà essere davvero l’Eroe che salverà gli dèi e il mondo intero. Brunilde indica a Sieglinde la foresta
come luogo abbastanza sicuro dove crescere il piccolo nascituro. Prima che
Sieglinde si eclissi Brunilde le consegna i frammenti della spada che fu di
Siegmund. Chi la saprà riforgiare otterrà da quei frammenti una nuova spada
magica. Wotan giunge in piena tempesta e chiama
a rapporto Brunilde. Lei prova a discolparsi ma Wotan è impietoso. Decide per
lei la pena più infamante per una semidea: diventerà mortale, e ad ella è
prefigurato un destino di donna normale, sposa e madre. Brunilde cerca di
spiegare al padre Wotan la ragione del suo gesto. Dice di aver letto la volontà
del padre, volontà fermata dalla fredda razionalità impostagli dalla moglie. Da qui in poi il dramma si fa
psicodramma. Tutto il colloquio, di intensità inaudita, fra Wotan e Brunilde è
fonte di una commozione crescente. Wotan dice a Brunilde che sarà calata in un
sonno lunghissimo dal quale sarà svegliata solo dall’uomo che la prenderà in
sposa. Brunilde implora che sia un eroe, l’uomo in grado di salvarla, ma Wotan
non può decidere del destino degli umani e degli eroi. Allora Brunilde chiede
che attorno alla rupe sulla quale troverà il sonno ci sia un fuoco immenso, che
solo un vero Eroe possa affrontare e vincere. Quando Wotan si scioglie e si appresta
a lasciare Brunilde, acconsentendo alle sue richieste, è difficile trattenere
l’emozione e non trasecolare. Ciò che va rimarcato è che tutto il terzo della
Valchiria è struggente soprattutto per la unione di musica e parole. Wagner,
anzi, presta molta attenzione al suono delle sue parole, piene di
allitterazioni, per esempio, e di assonanze e di altre corrispondenze sonore. Nella chiusa Wotan soffre maledettamente
per le sue scelte nefaste e, ancora una volta, è costretto a punire ed
abbandonare ciò che ama perdutamente. Wotan invoca Loge, padrone del fuoco, ed
infuoca la rupe al centro del quale dorme Brunilde... e resta a guardare con
attonita disperazione.
Roberto Zanata
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