Di Senzombra di Michele Monteleone (testi) e Marco Matrone (disegni), edito dalla Bao Publishing nella collana Babao, dedicata alle opere young adults, ho una certa difficoltà a parlare.
Le origini della mia riluttanza risiedono non tanto – o non solo – nell’opera stessa, quanto nel mio background di lettore trentenne, avvezzo allo studio dei meccanismi della scrittura di finzione. Tra un istante mi spiegherò meglio, ma nel frattempo mettiamo subito le cose in chiaro: Senzombra è un fumetto molto valido, e la sua candidatura ai Premi Micheluzzi del 2019 per la migliore sceneggiatura non mi ha sorpreso. Un accenno di trama: Tristan è un adolescente con mille problemi e dal passato oscuro. Un bel giorno incontra Rita, un concentrato di energia e sensualità, e se ne innamora. Nel corso della storia impara a padroneggiare la magia per cacciarsi via dai guai, anche con l’aiuto di Rita: ce la farà. Più o meno. Punto. Una classica storia di formazione dai toni fantastici. Non serve sapere altro. Ma adesso ritorniamo al nostro incipit. Il problema è mio, dicevo. E provo a spiegarvi il perché. Il racconto ha disinnescato tre reazioni differenti che si sono avvicendate nel corso della lettura.
Michele Monteleone conosce a menadito i meccanismi fondamentali della narrazione classica e li padroneggia con disinvoltura. Chiacchierando con il lettore, gli spiega i passaggi basilari nella costruzione di una storia, e perché quest’ultima – si spera – gli stia piacendo. Si scusa perfino quando la vicenda si fa meno entusiasmante per esigenze di copione. Ecco, questo per me è il vero punto di forza dell’opera. (E se ve lo state chiedendo, no, lo sceneggiatore non risulta mai presuntuoso o didascalico). Altro punto positivo è la caratterizzazione dei due protagonisti e della loro relazione tipicamente adolescenziale, fatta di dubbi atroci, scelte sbagliate e tanta goffaggine. Se avete trent’anni (o poco meno), morirete di nostalgia, ritrovando nel protagonista quell’adolescente che anche voi, tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, siete stati. Mettete insieme i due punti precedenti, e paradossalmente avrete l’unico vero aspetto contestabile dell’opera. Questo fumetto, infatti, non è per dei ragazzi del 2019. Questo libro è per un pubblico di trentenni nerd, esperti di fumetti, cinema e retrogaming, che non vedono l’ora di ritrovare tutte le citazioni disseminate nel testo, masturbarsi sugli aspetti metafumettistici e annegare nella nostalgia dei bei tempi che furono. Quasi a confermarlo, il videogioco di Senzombra, stile arcade in 2D, viene promosso assieme al fumetto. Dunque, il problema è MIO perché mi ritrovo appieno in questo tipo di lettore: volevo tenerlo nascosto perché, sotto sotto, me ne vergogno un po’. Una breve nota finale sui disegni di Matrone: tratto e colori semplicemente perfetti per il tono della storia. Ve la sentite di riportare a galla croci e delizie della vostra prima cotta? Maurizio Oliviero
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