Nel novembre del 2005 la Sergio Bonelli Editore pubblica il primo albo di Hellnoir, miniserie in quattro volumi ideata da Pasquale Ruju e Giovanni Freghieri, punte di diamante della casa editrice. Come suggerito dal titolo, ci troviamo in presenza di un fumetto noir, con tutto ciò che ne consegue: un detective tormentato, femmes fatales dal corpo mozzafiato e un terribile mistero da risolvere. Ma soprattutto c’è Lei, la vera protagonista della storia: la metropoli di Hellnoir.
Tavola dopo tavola, il lettore si lascia sprofondare negli abissi della città infernale, ultima Thule che ospita anime dannate, vite strappate al mondo da una morte violenta. Tra queste, quella del nostro eroe fragile, il detective Melvin Soul, ucciso sotto gli occhi della figlia. Hellnoir è la quintessenza della grande città: corruzione, alienazione e indifferenza. Ed è violenza che stritola l’individuo in una morsa di cinico egoismo, facendo a pezzi la sua dignità. Attraverso gli stilemi classici del cinema e della letteratura Hard Boiled, mescolati con sapienza a quelli dell’horror soprannaturale, Ruju costruisce una vicenda dalle forti tinte simboliche, ricca di riferimenti all’esoterismo e all’antropologia (lo sceneggiatore cita Bachofen, ad esempio). La vicenda di Melvin, infatti, spinge il lettore a riflettere sugli istinti più bassi dell’essere umano, forze oscure sempre pronte ad assaltare la fragile barriera della ragione, eretta con fatica giorno dopo giorno. Detto in altri termini, Ruju sembra voler suggerirci questo: che in ciascuno di noi si trova un pozzo profondo, nascosto lì da qualche parte a ricordarci la minaccia della “caduta”. L’inferno non è un luogo della fantasia, popolato da mostri orripilanti che sputano fuoco: l’inferno è il mondo in cui viviamo, “l’inferno sono gli altri” e il loro sguardo che incrociamo tutte le mattine nei folli spasmi della città, nel frastuono della solitudine. Ma Hellnoir non sarebbe così affascinante senza i disegni di Freghieri, capace di tradurre in immagini le mille contraddizioni di un mondo lacerato tra due inferni, dove non c’è paradiso, e dove la speranza si nasconde in un geroglifico indecifrabile. Maurizio Oliviero
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