Le meraviglie che ci folgorano, se le facciamo sfolgorare versando parole, aprendole a tanti, quanti, pregiudizi invalsi di chi le ascolta e al malanimo fluente, si sbriciolano e scompaiono in rapido dileguo, come le vocali in un apostrofo, cadono in alto. E dall’apostrofo, come dall’acqua di cielo notturno in cui precipitano le cose dilettose, le vocali stonacate non escono più. Non puoi scrutando a terra andarle a riprendere, come gli oggetti che ti cadono dalle mani.
Il cielo è appena poco sopra la terra, un attimo il passaggio: dalla polvere di luce, che ci avvolgeva copiosa, alla luce di polvere, che s’allontana indefinita in aree bluastre. A bellezza delle cose sparite, si spertica il frastuono degli applausi nella testa; che solo questo resta, l’intenzione. Tagli di cane rabbioso predano le vesti immacolate, fessurano le carni; nelle giunture s’annidano e bloccano le articolazioni. La libertà s’industria dallo stesso lato del male, dannata, diceva Ricoeur. Che il male sia un’affezione della libertà sono molti pensatori a dirlo, che esso non sia di natura, ove ogni cosa si determina senza forzatura di pensiero e di parola. Come dice Schelling, “Il male non è mai e tuttavia si sforza di essere”, si compone di tutte quelle parole sganciate libere, malintenzionate, di chi non sa amare il suo essere più di sé stesso[1]. Ben altrettanta Parola, di ben altra potenza, se siamo disposti ad accordargliela, di incantagione, come un lago d’acqua fresca sotto la terra, è quella che l’abito distrutto impronta di nuovo intatto. È Parola non legata al verbo dire ma al verbo sorteggiare, ridistribuire le sorti. Nessun lievito psicologico vi fermenta. Accresce i nomi, li protegge, perché li sa concreti, non astratti, non declinabili in mille interpretazioni, li cesella con precisione assoluta, che non puoi cambiarli di verso, non puoi spogliarli di posizione. La lirica scultura suggella ogni vocabolo, recide i piani di corrispondenza, spegne le costellazioni di senso, evidenziando chiaramente l’inesistenza materiale dell’astrazione e della convenzione in ogni singolo lemma inciso in essa. Privilegio esclusivo, “vita di scorta”, mi diceva l’altro giorno, a casa sua, a Lanciano, Giuseppe Rosato, recitando a memoria versi di Flaiano, la poesia lumeggia a sé stante. Appare e scompare intera, non trada, contratta e sconnette le parole come la chiacchiera dispersiva, che rimbomba e fa rimbalzar via dalla vita che ce le aveva offerte le cose dilettose di cui abbiamo preteso di parlare. La Poesia provoca la sorte delle parole che contiene! Ciò investe la stilistica in ciò che ha di più vitale. Io adesso la butto qui: può essere chiamata poesia quella che abusa di metafore impagliate, di sventrate forme di corrispondenza o che elenca, elenca a fiumi le voci, gli accenti e i fiati? La Poesia individua un canto e vi si interna per agirlo, fino a liberarlo d’ogni proiezione figurata; chi l’ascolta, ne percepisce l’altezza insospettata e che lo scopo essenziale del linguaggio forse non è la comunicazione. Natalia Anzalone
Note:
[1] “Amate l’esistenza della cosa più della cosa stessa e il vostro essere più di voi stessi”, dal Manifesto acmeista (1912). Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Aldo Pardi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Marco Maurizi, Gianluca De Fazio, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Nicola Candreva, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Francesco Panizzo. |
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