Le corde del cuore Poema lirico di Natalia Anzalone
E no, non siamo stati gettati nudi nel mondo.
Influssi divini tralucono dai volti allure d’inquietante bellezza movenze trattenute da stranezza naturale figure immagini. Sì, perché le immagini non sono caramellate fantasie che stelleggiano cieli privati, le emana la terra accaldata il sapore screziato delle sue fessure la faccia infiammabile del mondo che infiamma il cuore e lo provoca a uscire. |
Benché il cuore
da che l’axis mundi si è spostato da orizzontale in verticale da cosmologie elementari in metafisica sinfonica sembra essersi incordato. In silente intussuscezione piega su piega è scivolata. Infarcito dalle sue stesse ricchezze sulfuree, sentimenti alla deriva, s’ostruisce s’infartua. Un’immaginazione soggettiva immateriale invasata rinchiusa nella stanza segreta d’un cuore che s’è ristretto in scrigno d’interiorità, in immensa perdita, lascia le cose fuori al freddo senza riguardo senza rispetto. Gli antichi parlavano di intelligenza del cuore di cuore come luogo della visione dei suoi occhi di luce di al-mithâl di mundus imaginalis. Ora, invece, l’uomo occidentale contemporaneo ha grande difficoltà a visualizzare l’invisibile, lo concepisce come nascosto e interno non come rivelato ed esterno. E così pensa anche che a rivelare lui stesso possa essere solo una sua confessione, non coglie d’esser sempre rivelato in un’immagine in un riflesso cordiale. E così anche davanti all’opera d’arte, l’occhio del cuore è abbagliato dalla rifrangenza di una presenza, che palpita. Invisibile eppure attiva insostituibile. L’immagine è un’impressione duratura che apre a una Nostalgia, va verso il mondo prima di noi. Ed è dell’esercizio estetico di quell’immagine, di cui ci siamo innamorati quando ci siamo innamorati, che abbiamo Nostalgia quando abbiamo Nostalgia. Dell’eccezionale daimon sentiamo la mancanza, d’una altezza di luce. Natalia Anzalone
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