Il diritto (negato)
ad essere lasciati in pace
Articolo di Massimo Acciai Baggiani
“(…) Una scuola dove mi avrebbero detto come dovevo vivere, che cosa dovevo pensare, che cosa dovevo fare per tutto il resto della vita. Una scuola dove i miei soldi sarebbero stati amministrati da qualche avvocato fino a quando loro non avessero deciso che ero grande abbastanza per avere quanto mi apparteneva.”1
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A pronunciare queste parole è una ragazzina inglese di tredici anni di nome Rynn, orfana, che vive da sola in affitto in una casa isolata ai margini di una cittadina del Maine. Il padre è morto – lo intuiamo fin dalle prime pagine – ma nessuno deve saperlo: pena la perdita della libertà. Una bambina di tredici anni non può vivere da sola, anche se sa badare a sé stessa e non ha bisogno di nessuno per sopravvivere. Gli adulti non lo permetterebbero. Il padre, poeta, l’ha cresciuta con amore e intelligenza, rispettando la sua personalità e autonomia: l’ha salvata da una madre ubriacona e violenta e l’ha portata in un posto isolato dove vivere in pace. Ma la tragedia è dietro l’angolo: il padre ha il cancro e muore lasciandola sola, non prima di aver elaborato insieme a lei un piano per permetterle di sopravvivere fino all’età di sedici anni, quando potrà godere della maggiore età.
Purtroppo il meccanismo si inceppa dopo poco a causa dell’antipaticissima padrona di casa che proprio non vuol lasciar vivere in pace quella ragazzina “impertinente” che non vuol fare ciò che gli adulti le ordinano, e a causa del figlio pervertito di lei che ama adescare adolescenti indifese. Rynn per sopravvivere è costretta a uccidere e a nascondere i suoi delitti: per sua fortuna in questo l’aiuta un ragazzo di poco più grande di lei, Mario, proveniente da una numerosa famiglia italoamericana. Tra i due nasce la complicità e poi l’amore. Rynn si accorge che in effetti quella casa e troppo grande, deserta e fredda per viverci da sola per i successivi tre anni: è una ragazzina forte e intelligente ma è pur sempre una ragazzina che ha perduto entrambi i genitori e che non ha nessuno al mondo tranne il suo amico Mario, e anche lui alla fine rischia di morire per una broncopolmonite. Gli adulti (“loro”) rovinano sempre tutto, magari involontariamente ma spesso per cattiveria e stupidità. Chi, da adolescente, non ha sentito il peso della sorveglianza degli adulti – siano essi genitori o insegnanti – e non ha desiderato di essere lasciato in pace? Ma a tredici o quattordici anni è possibili essere abbastanza maturi per decidere da soli che indirizzo dare alla propria vita? Che amici frequentare? Cosa leggere o che film guardare? Di chi innamorarci? Il romanzo di Koenig – tra thriller e giallo – ci dà una risposta decisamente affermativa, a condizione di avere i genitori giusti, cosa piuttosto rara. Tra citazioni da Emily Dickinson, di cui Rynn è grande ammiratrice, e riflessioni solitarie al lume di candela si delinea una filosofia del “lasciatemi vivere la mia vita come desidero, senza imporre niente a nessuno ma senza farmi calpestare” che purtroppo non trova riscontro nella società nemmeno nel mondo degli adulti, figuriamoci in quello minorenne. Riuscirà quindi la giovane Rynn a difendersi dal lupo cattivo che la insidia nelle ultime pagine del romanzo e vivere infine felice e autonoma? La domanda resta aperta, il finale lasciato alla libera interpretazione del lettore. A me piace pensare che, almeno nella finzione narrativa, una minorenne riesca là dove la stragrande maggior parte di loro (compreso il sottoscritto quando aveva quell’età) non osa pur desiderandolo con tutte le proprie forze. Massimo Acciai Baggiani
Bibliografia: Acciai M., La nevicata e altri racconti, Sesto Fiorentino, PoetiKanten, 2015. Koenig L., Quella strana ragazza che abita in fondo al viale, Milano, Rizzoli, 1977. Salinger J.D., Il giovane Holden, Torino, Einaudi, 1999. Note: 1. Koenig L., Quella strana ragazza che abita in fondo al viale, Milano, Rizzoli, 1977, p. 136. Le mie idee sulla scuola, non dissimili da queste, sono espresse nel mio libro La nevicata e altri racconti, Sesto Fiorentino, PoetiKanten, 2015. Mi sono tornate in mente anche le considerazioni di Holden Caulfield del celebre romanzo di Salinger: personaggio per certi versi simile a Rynn o più propriamente a Mario riguardo alla libertà di pensiero e allo sguardo critico verso il mondo degli adulti, anche se Holden ha dei genitori amorevoli e una casa a cui tornare. Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Manlio Palmieri, Stefano Oricchio, Francesco Ferrazzi, Giovanni Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Francesco Panizzo. |
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