... così senza pretesa, la guardo e non chiedo, la guardo e non chiede...
Quale strana energia spinge il mio sguardo verso di lei: su di lei, su quel corpo e non oltre? Vedi il suo sguardo e a un tratto scorgi tutti gli sguardi che l’hanno guardata: pochi, perché il suo ha dell’onestà e non della malizia, china nel suo lavoro. Lavoro? Entra qualcuno, la conosce, il suo viso si distende, i suoi occhi si colmano di ricordi, sa di quella persona nell’intimo, inconsciamente lo ricorda e ne è curatrice, il suo viso si fa solco: sorride. Un’amica e lei le si dona, eppure io ho ancora il mio sguardo su lei. L’amica le fa vedere qualcosa, ha qualcosa sul palmo della mano, quel semplice solco si fa largo: una mezza luna calante: ride. Entusiasta di quella rivelazione la prende, l’amica mi si para davanti, tra i vari spostamenti noto gli angoli del suo viso che dicono nient’altro che è contenta. Ha addosso qualcosa che non ho notato: due orecchini, ormai ha qualcosa in più: un paio di orecchini, orecchini ocra su quel viso bianco, quegli occhi castani come i suoi capelli che schiariscono sul biondo cenere, quel maglione bordeaux... Gongola, se ne compiace: si sente bella, no, non bella, carina, non si esalta fino a quel punto, mantiene quella modestia di chi è convinto di non avere qualità estetiche di chissà quale bellezza, ma si sente meglio, come quando a una bambina le fai mettere un cerchietto nuovo, del suo colore preferito, e sentendosi dire che sembra una principessa da chiunque saltella qua e là, e non guardandoti vuol essere guardata, apprezzata, accettata. Quella bambina è ormai grande, ma ha ancora quel suo modo di fare, quel modo di fare che chi si ricorda di essere stato bambino non abbandona, non dimentica, è la forma originale e unica di manifestare i sentimenti: quanto è infantile un bacio, fa tenerezza per quello; vedere un uomo che bacia la sua donna lo fa sembrare... Piccolo, è il primo e ultimo modo che ha per manifestare quelle emozioni che ha imparato a conoscere tempo fa... Essere contenti, tristi, arrabbiati, dispiaciuti, sorpresi, sorridenti ha espressioni che noi "grandi" riconosciamo nei nostri figli, vediamo le stesse nostre espressioni che noi avevamo da bambini. Avevamo? A qualunque età tu pianga o rida, lo farai come la prima volta che lo hai fatto. Lei ne è testimone, non lo sa ne lo saprà, la ragazza dagli orecchini ocra che ho visto, che ho vissuto. Mohamed Khayat
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