SCONTATO
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Le poesie che compongono le tre parti di questa raccolta nascono in tempi e occasioni molto diverse, nel corso degli ultimi due anni. I centotrentatre haiku con cui si apre il libro sono stati composti nell’arco di qualche mese, nel 2014, nei luoghi più disparati. Si tratta di un esperimento: non sono uno scrittore di haiku, genere prettamente orientale che vanta una grande tradizione in Giappone a partire da Basho fino ai moderni maestri (c’è chi ha affermato che per essere definito “maestro” sia sufficiente aver scritto tre buoni haiku in tutta la vita… certo non è semplice scrivere un buon haiku, ed io non ho questa pretesa). La seconda parte del libro racconta una storia, vera, d’amore. Un amore purtroppo non corrisposto, un amore lontano, un amore impossibile. Quasi a sottolineare questa impossibilità, questo carattere “fiabesco”, ho scritto alcune di queste poesie in lingua Indaco – una lingua artistica inventata appositamente per la bella lituana per cui ho perso la testa nell’estate del 2014. Ho descritto grammaticalmente l’Indaco nel volume “Ghimile ghimilama: breve panoramica su alcune lingue artificiali, rivitalizzate e più o meno follemente manipolate” di prossima uscita. L’ultima parte è più varia anche se esiste un filo conduttore: il tempo, la memoria, la proiezione nel futuro. Molte poesie descrivono un passato nostalgico, ma spuntano pure alcune poesie “fantascientifiche” (d’altronde sono un narratore che predilige il genere fantascienza), come ad esempio “Uomo del XXII secolo” e “Telomerasi”.