È l’anno delle reunion imperdibili per i nati tra la fine degli anni ‘80 e gli inizi degli anni ‘90. Dopo la notizia del nuovo tour delle Spice Girls (senza la Posh Spice Victoria), tra i ritorni più sorprendenti c’è stato quello dei Backstreet Boys. A differenza della controparte femminile e britannica di quegli anni, infatti, i BSB non hanno dato false speranze ma hanno fatto ritorno in grande stile - presentato come tale pur avvenendo dopo soli 6 anni di silenzio discografico.
Come nel caso di molti altri progetti musicali ben studiati, i Backstreet Boys hanno esordito nel mondo della musica con diverse uscite discografiche piuttosto serrate (1996, 1997, 1999, 2000) dalla fama intercontinentale. Probabilmente la nostalgia che contraddistingue la cosiddetta Generazione Y (si, i Millennials), una generazione formata da persone in grado di intasare la pagina Facebook di un’azienda per chiedere insistentemente il ritorno del gelato Winner Taco, è stato un fattore importante per fare sì che il 2019 fosse l’anno di DNA, il nuovo album dei BSB. Chiaramente, per costruire un ritorno in grande stile è necessario un lungo periodo di silenzio. Solo così il ritorno è davvero tale e si può proporre la patina dorata su qualcosa di datato come un prodotto nuovo e prezioso. DNA non è semplice: i Backstreet Boys sono quelli di sempre – persino i singoli personaggi, contraddistinti da differenti personalità intuibili dai diversi look, sono rimasti gli stessi, la musica ha dovuto necessariamente inglobare anche ciò che è successo nel frattempo. Così, se in I Want It That Way il synth serviva a rimarcare una certa linea vocale, in Don’t Go Breaking My Heart, traccia di apertura di DNA, diventa una parte consistente con cui impastare le voci di Nick Carter, Howie Dorough, Brian Littrell, AJ McLean e Kevin Richardson. Altro aspetto tecnologico evidente è l’effettistica oggi sempre più prepotente, anche su elementi fondamentali (in questo caso) come la voce (un esempio lampante è in No Place). Ma passiamo all’aspetto più godurioso del ritorno dei Backstreet Boys. Ci si trova davanti a una boy-band di tutto punto. È vero che nel frattempo ci sono stati casi come Jonas Brother e One Direction ma è pur vero che da tempo non si aveva nuovamente a che fare con la costruzione precisa di ogni singolo membro della band che può e deve funzionare solo con gli altri del gruppo. A parte le leggere variazioni musicali e i video con una risoluzione maggiore non è cambiato nulla: i Backstreet Boys sono tornati a intrecciare le loro voci e a sincronizzare intere coreografie o eccessi di entusiasmo. Come già accennato, il vero touch of class di questo ritorno è proporre qualcosa di già fatto adeguandolo quel tanto che basta per renderlo attuale. Che sia il ‘97 o il 2019 non è certo fuori moda cantare di amori impossibili o pieni di ostacoli prima di un po’ di serenità, sul palco. Ciò si traduce sullo schermo con video che vedono i BSB alle prese con donne lontane, quasi fantasma, o in confortanti situazioni famigliari. Sul piano personale, infine, i cinque bravi ragazzi si sono trasformati in uomini virtuosi il cui stare al passo coi tempi è accompagnato da quel cristianesimo tutto americano che fa dire a Brian “Porto nei Backstreet Boys la stabilità, la prospettiva di un padre di famiglia, i valori di un credente […] mi assicuro che la nostra musica sia di buon gusto e promuova valori positivi”. I Backstreet Boys saranno in Italia il 15 maggio al Forum di Assago: tutto esaurito. Ambra Benvenuto
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