Da alcuni anni frequento le attività culturale predisposte da una lungimirante fondazione che anima la vita musicale della città di Napoli con concerti, seminari, incisioni discografiche e pubblicazioni di ricerche grazie ai testi della omonima casa editrice. Il merito va ascritto alla costanza e alla lungimiranza con cui la Fondazione Pietà dei Turchini porta avanti e in avanti la sua azione, contendo esclusivamente sulle sue forze, a chi crede nella sua urgente divulgazione e al suo pubblico.
Del pubblico ne parlo proprio con Federica Castaldo, sorridente guida di questa inossidabile fondazione. Mi interessa molto la sua fisiologia, convinto come sono che il motore di qualsiasi proposta artistica sia l’altro e non si tratti dunque di un convinto sfogo solipsistico. Il pubblico della Pietà de’ Turchini conta su un gruppo inossidabile di affezionati frequentatori, ma più ancora su un ampio gruppo di seguaci a distanza, come lo sono i tanti studiosi che acquistano in tutta Europa i nostri volumi scientifici, gli appassionati dei nostri dischi. La nostra è una stagione che si svolge da ottobre a giugno, dunque un tempo lungo rispetto alla più consueta e diffusa forma di programmazione per la musica antica in Italia e in Europa, che è quella dello spazio e del tempo dei festival. Una stagione di circa 30 concerti all’anno, ai quali si sommano altre manifestazioni collaterali come i convegni, le masterclass, le conferenze, il concorso internazionale di Canto barocco, ci costringe a uno sforzo moltiplicato per mantenere vivo l’interesse del pubblico. Negli anni abbiamo ampliato la platea di coloro che ci seguono, grazie a progetti mirati o site specific, come quello, ultradecennale, che realizziamo alle Gallerie d’Italia-Palazzo Zevallos di Stigliano, con il sostegno di IntesaSanpaolo, o quelli che portiamo avanti nella seconda sede istituzionale della Fondazione Pietà de’ Turchini, la Chiesa di San Rocco a Chiaia, legati soprattutto alle attività corali dei bambini e degli adulti e ad alcune residenze artistiche. come La.Vi.Co. per la musica contemporanea. A questi luoghi se ne aggiungono poi degli altri, come la Chiesa del Purgatorio ad Arco al Centro Storico, o Palazzo Donn’Anna o ancora Villa Pignatelli, attivati grazie alle collaborazioni avviate con l’Opera Pia del Purgatorio ad Arco, con la Fondazione De Felice e la Soprintendenza per il Polo Museale. Negli ultimi anni, poi, stiamo investendo con molta soddisfazione su un piccolo festival dal titolo “Il suono della parola", dedicato ai rapporti tra editoria, letteratura e musica, con la direzione artistica a cura di MiNa Vagante di Piera e Alessandra Cusani, che ha aperto ulteriori frontiere e suscitato attenzione di fasce di pubblico del tutto muove. Non abbiamo mai voluto adottare la formula dell’abbonamento, consapevoli che di abbonati in città ce ne sono fin troppi, di cui molti assenteisti, o peggio ancora, che nemmeno sanno cosa gli propone in calendario l’associazione o il teatro cui sono abbonati. Chi viene ai concerti della Pietà de’ Turchini sceglie di farlo per autentico interesse e partecipazione a quello che gli verrà proposto in quella occasione, non per vincolo sottoscritto da un abbonamento. Sovente ci troviamo ad accogliere appassionati di passaggio a Napoli che, provenienti da ogni dove, ci contattano per avere informazioni sui nostri concerti, per verificare se questi si incastrano, felicemente, con la loro permanenza in città. L’impresa più difficile forse è proprio reclutare il pubblico proveniente dai quartieri più prossimi alle sedi della Fondazione, per ragioni assai diverse: Santa Caterina trova la sua collocazione in cima ai Quartieri Spagnoli, dissociati socialmente tra “alti” e “bassi”, tra una borghesia che, con le dovute eccezioni, vi abita ma si mantiene distanza di sicurezza dagli spazi e dalla popolazione brulicante e affaccendata in mille attività che trabocca nel dedalo dei suoi vicoli. L’una e L’altra sono resistenti e difficili da afferrare frenati come sono dal pregiudizio che la musica antica sia difficile da capire, forse noiosa, e lontana dalla loro portata, il che come sappiamo non è assolutamente vero. L’altro contesto, quello di Chiaia, presenta criticità non meno complesse da gestire, visto lo stile di vita di chi lo abita tutto concentrato tra mondanità, intrattenimento, gastronomia etc. dove la musica e la cultura si collocano ai margini della vita delle persone che lo frequantano. Sullo sfondo c’è Napoli con i suoi pregi e i suoi inguaribili difetti, ma soprattutto con la sua inconsapevolezza e distrazione cronica per quanto di bello e buono coltiva e custodisce. Venti anni sono un tempo importante di investimento sul territorio, i risultati non sono mancati, ma c’è ancora molto da fare in termini di sensibilizzazione della città verso la sua gloriosa storia musicale. Per questo ci stiamo impegnando negli ultimi anni a intrecciare collaborazioni con le scuole e a coltivare i più piccoli, intere fasce generazionali sono ormai inafferrabili, mentre molto si può fare, e si deve, nella divulgazione della musica tra i bambini e di conseguenza tra le famiglie di cui sono parte. Una delle battaglie più difficili per esempio è educare la gente al rispetto dei luoghi. La riqualificazione dell’intero asse perimetrale di Santa Caterina con le scale che conducono a Cariati avrebbe potuto avere risultati molto più positivi, siamo invece testimoni inermi di un sistematico vituperio è maltrattamento degli spazi pubblici, ma siccome siamo resilienti e testardi non molliamo.... Insomma, si potrebbe partire dalle considerazioni della Castaldo per indagare alcune dinamiche che animano il muoversi di un pubblico i cui confini nel campo dell’arte non sono efficacemente indagati. In effetti, il suo discorso potrebbe sfociare tranquillamente verso altri lidi quali la danza, il teatro e le pratiche performative in generale. A noi basta semplicemente aver tracciato uno schizzo di quel pubblico grazie al quale l’offerta musicale della pietà dei turchini può dirsi soddisfatta. Antonio Mastrogiacomo
Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Davide Palmentiero, Francesco Panizzo. |
Intervista
a Valeria Cimò di Roberto Zanata WORMHOLES
Una performance audio-visiva di Roberto Zanata Processing
di Roberto Zanata |
LE ALTRE SEZIONI di PASSPARnous:
|
|
Vuoi diventare pubblicista presso la nostra rivista?
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.