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Estate, la stagione della musica in massa Dal folk allo shopping, come sono cambiati i festival musicali A cura di Ambra Benvenuto
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Se in inverno ci sono concerti-evento per tutti i gusti da attendere per mesi, l’estate è la stagione di decine e decine di concerti raccolti in numerosi festival. Il pubblico viene colto dall’imbarazzo della scelta tra i tanti concerti che possono concentrarsi in una settimana. Poiché non tutti propongono una formula di abbonamento, al fruitore tocca rivedere le proprie priorità musicali decidendo chi andare a vedere e dove tra l’ampio ventaglio di scelte che la bella stagione propone. Sebbene si tratti di abitudini ben consolidate, c’è da chiedersi da dove nasce la tendenza a proporre questa tipologia di eventi soprattutto col caldo.
A dare il la sarebbe stato il Newport Folk Festival. Il festival, che tutt’oggi si svolge a Rhode Island, si svolse per la prima volta nel 1959 e offrì la possibilità di ascoltare Pete Seeger e Bob Dylan. Organizzato da George Wein, impresario del jazz, l’idea di festival sarebbe stata una mutuazione dei concerti estivi fortemente voluti dagli amanti della musica classica. Sulla scia del Folk Festival, nel giro di un ventennio hanno trovato posto diversi generi musicali. A partire dagli anni ‘60, blues, jazz e progressive rock a Richmond – gli stessi generi che hanno trovato posto a Woodstock insieme a cantautorato e diverse declinazioni di rock. Nonostante Woodstock sia ancora oggi il festival musicale per antonomasia e simbolo della condivisione della musica, il primo giorno venne dedicato al folk, inscrivendosi nella tradizione del Newport Folk Festival. Nel tempo, i festival sono diventati anche la possibilità di prendere posizioni politiche o di battersi per scopi umanitari. In tal senso esemplare è il Live Aid del ‘85 per la carestia in Etiopia. Un’altra singolarità di questo evento è che si è trattato di un unico festival svoltosi simultaneamente in diversi luoghi del mondo: Wembley Stadium di Londra e il John F. Kennedy Stadium di Filadelfia negli Stati Uniti. Con gli eventi per le grandi masse non sono mancati problemi e tragedie come le risse al Glastonbury del ‘90 e gli episodi di spaccio che hanno portato al Criminal Justice Act nel 1994. Nell’ultimo decennio, oltre ad essere diventati il pretesto per ascoltare i propri idoli, alcuni festival sono passati dall’essere esclusivamente musicali a boutique, diventando un ritrovo anche per gli appassionati di shopping di libri, dischi e indumenti perlopiù vintage o comunque connessi alla produzione musicale. Ambra Benvenuto
Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Davide Palmentiero, Francesco Panizzo. |
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