Ho avuto il piace di collaborare con una singolare formazione musicale costruita intorno a due pianoforti impiegati in tutto il loro corpo. Si chiama 24 hands project: il suo ideatore Gabriele Ottaiano sul mio percorso di studi ha messo insieme una vera e propria affiatata squadra in grado di farsi carico di una proposta incredibile. Ne parlo con Giuseppe Aprea, pianista di rara cultura e umiltà, tra i fondatori di questo progetto musicale tutto partenopeo.
“Quando solo 2 mani sono poche per esprimere l’arte e tutto quello che gira attorno a essa, è lì che nasce il progetto di 12 giovani pianisti del conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, capitanati e coordinati dall’eclettico Gabriele Ottaiano, docente di pianoforte presso il medesimo conservatorio. Il progetto nasce nel gennaio del 2012, nel momento in cui il maestro, da sempre studioso e fautore dell’arte pianistica a più mani, decide di sfruttare le sue conoscenze in materia per poter cominciare a lavorare con una formazione innovativa, affrontando un percorso decisamente poco battuto di cui fino a quel momento erano state rese note poche e rare testimonianze. Ne segue così una lunga ed attenta ricerca per la selezione dei componenti che avrebbero potuto prendere parte all’organico di questo ambizioso progetto, che non fossero solamente pianisti virtuosi, ma musicisti a tutto tondo, capaci di creare un’affinità musicale, di collaborare alla composizione e agli arrangiamenti dei brani e di improvvisare.” Oltre al lato esecutivo, la formazione è interessata a mettersi in gioco quale modello per alcuni lavori realizzati a hoc. Come apprendo dalle parole di Giuseppe: “Contemporaneamente iniziano a lavorare al progetto affermati compositori contemporanei italiani e stranieri con composizioni originali inedite in uno stile del tutto innovativo e arrangiamenti scritti appositamente per questo organico. Definito l’organico e montati i pezzi, la formazione desta da subito curiosità ed interesse da parte di teatri, conservatori, enti pubblici, associazioni e circoli privati, e inizia così un’intensa attività concertistica che guadagna l’interesse di un pubblico sempre maggiore e soprattutto l’attenzione dei più, incuriositi da questo nuovo modo di fare musica. A una lunga serie di concerti seguono sessioni di registrazioni, in seguito alla nascita di un progetto discografico. La fase di registrazione si rivela entusiasmante seppur difficoltosa e delicata, dovendo adottare metodi particolari per riuscire a rendere al meglio gli effetti e i timbri voluti dai compositori.” La fonofissazione è infatti pratica privilegiata del gruppo pianistico, atteso alla dimensione riproduttiva della musica. Lavori nati da una sapiente economia di mezzi e fini che coinvolgono soggetti diversi, tra amotori e musicisti professionisti nel ruolo di coro che espande il ventaglio di possibilità musicali della stupenda formazione. Tuttavia la collaborazione tra gli elementi del gruppo affiancati da tecnici giovani ed esperti, si rivela vincente ed efficace con risultato l’incisione di due CD contenenti perlopiù brani inediti. A oggi il “dodecimino” detiene una notevole attività concertistica, che sta mettendo le sue radici anche fuori dai confini italiani ed europei, inoltre molti sono i progetti in cantiere, tra incisioni, composizioni e concerti futuri. Pieni della sua potenzialità e fiduciosi in una rivalsa della musica colta e dell'arte in genere, si è voluto creare una nuova forma d'espressione culturale, per poter avere successo anche laddove il pubblico risulta essere sempre meno interessato e la banalità dell’“arte semplice” sta prendendo il sopravvento. Quando solo 2 mani sono poche per esprimere l'arte e tutto quello che gira attorno a essa, è lì che nasce l’ambizioso progetto di 12 giovani pianisti, è lì che nasce la nostra rivalsa. 24 hands project sfida la contemporaneità gravandosi di un ruolo complicato: interpretare alcune urgenze compositive e strumentali che emergono sempre più alacremente nel panorama sonoro a noi vicino nel tempo. Un plauso alla indefessa attività di questo gruppo, 24 hands project. Antonio Mastrogiacomo
Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Davide Palmentiero, Francesco Panizzo. |
Intervista
a Valeria Cimò di Roberto Zanata WORMHOLES
Una performance audio-visiva di Roberto Zanata Processing
di Roberto Zanata |
LE ALTRE SEZIONI di PASSPARnous:
|
|
Vuoi diventare pubblicista presso la nostra rivista?
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
Psychodream Theater - © 2012 Tutti i
diritti riservati