Breve confronto: Arnold Schoenberg e Claude Debussy Articolo di Mirjana Nardelli
Nella loro differenza Arnold Schoenberg e Claude Debussy sono considerati le avanguardie del Novecento. È importante capire il motivo di investitura di tale ruolo partendo dalle due serie di composizioni per pianoforte solo Préludes di Debussy e Sechs Kleine Klavierstücke op. 19 di Schoenberg. Qui sotto una brevissima panoramica sui due compositori. |
Il compositore austriaco Arnold Schoenberg (Vienna, 13 settembre 1874 – Los Angeles, 13 luglio 1951) è considerato il caposcuola delle avanguardie del Novecento e della Seconda Scuola Viennese. La messa in discussione della tonalità si può trovare a partire dalle opere di Wagner, ma anche di Strauss e di Mahler. La dissoluzione del linguaggio armonico tonale tradizionale si prospetta in direzione di una nuova ideologia musicale.
Il dizionario Treccani definisce Debussy nel seguente modo: Claude-Achille Debussy: Musicista francese (Saint-Germain-en-Laye 1862 - Parigi 1918). Figura geniale di innovatore, profondamente anticonvenzionale, rivoluzionò l'armonia, il ritmo, la sonorità e la forma della musica occidentale della seconda metà del XIX secolo. Nel 1887 per la prima volta viene applicato per la sua musica il termine impressionismo, per l’opera Printemps; in realtà Debussy si dichiara distante da questa corrente, in quanto ne rifiuta le convenzioni quando intralciano i suoi fini. La sua musica non è descrittiva ma vuole cogliere il senso umano. Osa inserire melodie atonali, scale di quattro e cinque toni, cadenze plagali, successioni di none e di terze aumentate, tratta la voce umana come uno strumento musicale. Nel testo Composizione con dodici note, in Stile e idea (A. Schoenberg (1960), Stile e Idea, Feltrinelli: Milano, p. 107) troviamo alcuni passi di Schoenberg sull’armonia debussyana: “L’armonia di Richard Wagner aveva provocato un mutamento nella funzione logica e costruttiva dell’armonia, di cui il cosiddetto uso impressionistico delle armonie, praticato soprattutto da Debussy, fu una conseguenza. Prive di funzioni costruttive, le armonie debussyane hanno spesso soddisfatto un intento coloristico volto a esprimere stati d’animo e immagini: immagini e stati d’animo che, pur d’ordine extramusicale, divennero elementi costruttivi incorporati nelle funzioni musicali”. Genealogicamente, se secondo Theodor Adorno le avanguardie avrebbero il seguente ordine: Wagner-Schoenberg-Webern-Darmastadt, Pierre Boulez propone una nuova genealogia: Debussy-Strawinskjjj-Webern-Darmstadt; non cita Schoenberg perché non lo ritiene protagonista della rivoluzione del Novecento, in quanto rimane ancorato al sistema dodecafonico, che si sostituisce semplicemente al sistema tonale. Al contrario Debussy si è allontanato dall’organizzazione formale dell’opera: le sonorità hanno un’ulteriore importanza per questo motivo è considerato colui che ha rotto con il passato. Nonostante la distanza tra i due compositori si può comparare Sechs Kleine Klavierstücke op. 19 di Schoenberg con i Préludes di Debussy: messi su due percorsi diversi da Adorno e Boulez hanno varie analogie, a partire dalla reazione antiwagneriana dei due compositori - si nota una una scrittura pianistica asciutta, inoltre queste due opere sono state composte nel medesimo periodo, all’inizio del Novecento ed entrambi prediligono come strumento il pianoforte. Sechs Kleine Klavierstücke op. 19 (Sei piccoli pezzi per pianoforte) è una serie di composizioni scritte nel 1911 e appartengono al periodo cosiddetto aforistico di Schoenberg, inizialmente influenzato dalla musica romantica: Schoenberg in contrapposizione a Wagner, Mahler, Bruckner, successivamente alla composizione dei Gurre-Lieder, predilige organici strumentali ridotti, dunque le sonorità del pianoforte, rifiuta forma lunghe e articolate e progressivamente si avvia verso una chiusura definitiva con il sistema tonale. Préludes (Preludi) è il titolo di due raccolte per pianoforte solista composte da Claude Debussy fra il 1909 e il 1913, denominate anche sotto il nome di Premier livre e Deuxième livre: sono ventiquattro pezzi, dodici per libro. Il titolo Préludes fa riferimento ai Preludi di Chopin anche se la loro struttura si allontana decisamente da quella classica, prediligendo una libertà formale. Rileggendo le avanguardie del Novecento da questi due autori si può concludere che pur essendo su due percorsi differenti, hanno numerosi punti in comune tra cui l’obiettivo di innovare e innovarsi. Mirjana Nardelli
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