La nuova realtà
della musica etiope
Non è difficile oggi, girando per le strade di Addis Abeba, trovarsi faccia a faccia a grandi manifesti sui palazzi che sponsorizzano l’ultimo disco di qualche artista etiope. Infatti la musica etiope attuale è realtà in crescente sviluppo, che affonda le sue radici nella storia per culminare in un presente ricco di influenze pop, dub, jazz e reggae.
Un importante contributo allo sviluppo di questa musica, fino a poco tempo fa sconosciuta al di fuori dell’Etiopia, è venuto dalla nascita di alcune etichette discografiche disposte ad investire sugli artisti etiopi, come in passato l’etichetta francese Buda Musique che pubblicò in assoluto il primo Lp di musica etiope (Ere Mela mela” di Mahmoud Ahmed). I giovani musicisti etiopi si stanno facendo strada nel mondo della discografia mondiale, come Kenna Zemedkun, un etiope fuggito in Inghilterra con la famiglia ed approdato al successo nel 2003 con l’album elettro-pop New Sacred Cow, prodotto da Fred Durst dei Limp Bizkit. Samuel Yirga è un esempio ancora più lampante: il giovane compositore e musicista si forma in una scuola di musica etiope e approda al successo con una collaborazione anglo-etiope chiamata: Dub Colossus. I Dub Colossus, con all’attivo tre cd, fondono la musica tradizionale etiope degli azmari con influenze Ethio-Jazz, dub e reggae. Durante questa collaborazione il giovane Yirga viene notato dall’etichetta discografica di Peter Gabriel, il quale gli farà pubblicare il suo primo disco d’esordio: Guzo (Viaggio in Aramaico). Mai stanco di far conoscere la propria musica e le proprie tradizione, Yirga fonda una band funk interamente etiope chiamata Nubian Arc. La forza e il segno che contraddistingue questi nuovi artisti è senz’altro Teddy Afro; un azmari (letteralmente “cantastorie") in piena regola che, attraverso la sua musica pop-elettronica, contesta i regimi politici etiopi lottando sempre in prima linea per far valere i suoi diritti e quelli del proprio popolo. Il suo attaccamento alla terra natia è forte tanto da dedicare vari brani dei suoi lavori al defunto imperatore d'Etiopia Hailé Selassié e ad altre personalità etiopi che si sono distinte nel mondo. Il musicista moderno che più ha influenzato la nuova musica etiope, complice anche l’etichetta francese menzionata in precedenza “Buda Musique, è senz’altro Mulatu Astak, formatosi musicalmente negli Stati Uniti, con personaggi del calibro di Duke Ellington. Ha portato il jazz nella nativa Etiopia coniando il termine “Ethio-Jazz”, per indicare la contaminazione etiope dello stile jazz. Forte delle collaborazioni con il gruppo The Heliocentrics e dopo l'incontro con The Either / Orchestra del Massachusetts ad Addis Abeba nel 2004, Mulatu continua a portare la musica e le tradizioni del suo popolo in tutto il mondo. Anche lo sviluppo delle orchestre etiopi, nate poco più di un secolo fa (ricordiamo l’orchestra formata dai 40 orfani armeni che diventerà l’orchestra ufficiale etiope Arba Lijoch), come musica da cerimonia per il negus neghesti, sono una realtà attiva non solo nella propria terra ma anche nel resto del mondo. L’Addisch Acoustic Project è un’orchestra composta dai migliori musicisti e veterani di Addis Abeba: la loro musica si rifà alla musica popolare del passato in chiave decisamente moderna, avvicinandosi anche al tanto amato Ethio-Jazz, complice anche le varie collaborazioni avvenute tra i musicisti e Mulatu Astak. Si sta sviluppando un nuovo linguaggio che parla delle proprie tradizioni, della voglia di riappropriarsi di secoli di storia che l’ha tenuta segregata in quella “porzione d’Africa”. Sta nascendo una nuova sensibilità che spinge i musicisti, sempre più spesso, a sperimentare e a mescolare generi tra loro diversi. Mirjana Nardelli
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