Sul lavoro di Bernhard Günter
Bernhard Günter è un esempio importante di compositori post-Cageani i cui materiali coprono l’intera gamma sonora e ampliano i confini dell’esplorazione musicale. Il suo primo album un peu de Neige Salie è stato citato da Wire Magazine come uno dei primi 100 record che hanno scosso il mondo ed è stato in prima linea minimal. Si interessò di estetica giapponese e haiku e questo interesse si riflette sia nell’economia dei suoi materiali di composizione che nell’uso del silenzio nel suo lavoro. Nonostante alcune delle sue prime composizioni utilizzino solo audio generato dal computer, ottiene risultati più soddisfacenti con suoni campionati a causa delle più complesse strutture armoniche. Il suo approccio al suono è non-referenziale e contemplativo, senza richiamare l’attenzione alla fonte originale del campione (in questo, il suo approccio è radicalmente diverso da altri compositori del campione-based come John Oswald, John Wall, o David Shea, che giocano con la riconoscibilità delle sorgenti sonore originali). La musica di Günter è evoluta nel corso degli ultimi dieci anni dal clic microonde e pop molto tranquillo a una più ampia, ma altrettanto tranquilla e silenziosa musica, che deve molto a Morton Feldman.
Nato nel 1957, Günter ha iniziato la sua vita musicale a suonare la batteria e la chitarra elettrica in gruppi rock e jazz prima di trasferirsi a Parigi nel 1980 e studiare presso l’IRCAM, l’istituto di ricerca del suono e il centro fondato da Pierre Boulez. Tornato in Germania nel 1986, ha iniziato a lavorare su composizioni di computer. Dopo i suoi primi due album, originariamente pubblicato sul Selektion, etichetta tedesca e ora ristampato sul tavolo nazionale degli Elementi, entrò in un periodo di collaborazione e remix con una serie di principali artisti del suono, tra cui John Duncan, Ralf Wehowsky, Asmus Tietchens, Alan Lamb e Merzbow. Nel 1995, ha creato la sua propria etichetta, Trente Oiseaux, per liberare opere elettro-acustica di qualità che condividono il suo interesse per nuovi approcci alla Sound Art. Alla fine degli anni ‘90, ha sviluppato un nuovo concetto di tempo per le sue composizioni, che egli chiama DIM (un acronimo per la frase francese Duree, Ici, Maintenant - Durata, qui, ora), e che si basa sulle nostre percezioni soggettive del momento presente e come diverse appaiono in base all’attività in cui siamo impegnati. Secondo la ricerca neurologica, la nostra percezione del presente dura solo circa tre secondi; tutto il resto è memoria o anticipazione. Dal 1998, ha misurato la durata di tutto il suo lavoro in queste unità di tre secondi. Gli anni di chiusura del decennio hanno visto una rinascita in composizioni da solista, con tre nuovi lavori pubblicati su CD nel 1999/2000, i quali riflettono il suo crescente interesse per l’armonia e l’influenza di Feldman e Luigi Nono. «Then, Silence è dedicato a Morton Feldman e Luigi Nono. L’esperienza di ascoltare la loro musica ha cambiato la mia comprensione, il mio modo di ascoltare, il mio pensiero su, e la mia creazione di musica, tanto che il mio lavoro sarebbe semplicemente impensabile senza di essa. Dedicare Then, Silence a loro è il mio modesto Grazie a Morton Feldman e Luigi Nono, che esprime non solo la mia ammirazione, ma anche la tristezza che la loro separazione prematura mi provoca». Possiamo definire Then, Silence una processione episodica di suoni generati dal computer che suggeriscono corna lontani, archi lamento e frammenti distorti di pianoforte in risonanza, avvolti nel silenzio e cuciti con ronzii elettronici viscerali e fischi da evocare un’aria di contemplazione solenne. Antonio Mastrogiacomo
Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Matteo Castiglioni, Francesco Panizzo. |
Intervista
a Valeria Cimò di Roberto Zanata WORMHOLES
Una performance audio-visiva di Roberto Zanata Processing
di Roberto Zanata |
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