Dallo scorso novembre, una nuova questione ha animato le chiacchierate di chi almeno una volta ha pagato per assistere ai più grandi concerti di musica commerciale: il bagarinaggio online. Chiunque abbia partecipato ad un concerto a pagamento, sa che in caso di posti esauriti è possibile ripiegare su un biglietto a un prezzo significativamente maggiorato.
In Italia, a far aprire le indagini è stata l’impossibilità da parte di molte persone di acquistare il biglietto per un concerto dei Coldplay al prezzo “normale”, mentre quelli a tariffa maggiorata erano già in vendita presso i siti di secondary ticketing – locuzione che indica in modo più elegante i bagarini virtualizzati, la versione 2.0 dei bagarini tradizionali, quelli che si possono incontrare a pochi metri dall’ingresso dell’evento cui si vuole partecipare. Nonostante la notizia sembri fresca, i Foo Fighters decisero di autorizzare la vendita dei loro biglietti solo fisicamente. Accadeva nel 2014. Bon Jovi ha ripiegato su una soluzione elitaria, facendo sì che i biglietti costassero 175 dollari l’uno e riuscendo a scoraggiare i bagarini. Due anni fa, gli U2 hanno optato per fare sì che ad acquistare i biglietti potessero essere solo persone iscritte al fan club, aggiungendo al costo del concerto anche una tassa di abbonamento. Dietro all’impossibilità di avere il tempo di acquistare al normale prezzo di vendita – comunque salatissimo, il più delle volte – dei propri artisti preferiti possono esserci due possibilità. La prima è rappresentata da alcuni bot, siti in grado di consentire l’acquisto rapidissimo di più biglietti da parte di una singola persona (in barba ai limiti posti dai rivenditori) che così può rivenderli a prezzo maggiorato; la seconda pare corrisponda a un accordo tra gli organizzatori dei concerti e i siti di secondary ticketing. I primi fornirebbero un certo numero di biglietti ancor prima di procurarli ai rivenditori ufficiali, assicurandosi un compenso da capogiro, come dimostrato dall’ormai celebre servizio delle Iene a cura di Viviani sull’argomento. In alcuni casi, inoltre, sembrerebbe che anche gli artisti avrebbero una percentuale di responsabilità su fenomeni del genere. Proprio per questo motivo, negli ultimi mesi Vasco Rossi e Tiziano Ferro hanno sentito l’urgenza di rendere nota l’interruzione dei rapporti con LiveNation, rivenditore dei biglietti dei loro concerti. Live Nation, di rimando, ha subìto pubblicità negativa su panorama nazionale ed internazionale e ha risposto alla faccenda rilasciando un comunicato stampa in cui affermava che i fenomeni di secondary ticketing portati in piazza riguardavano solo alcuni artisti internazionali che avevano richiesto di affidare i biglietti a un mercato di vendita secondario. Se fino a poco tempo fa, il bagarinaggio online era consentito purché il bagarino pagasse le tasse sulle vendite, gli ultimi episodi hanno portato all’emendamento alla legge di bilancio anti-bagarini-online. La norma prevede una multa che va dai 30mila ai 180 euro. Inoltre, in discussione c’è anche una regola che vieterebbe la vendita a chiunque non sia implicato nell’organizzazione del concerto. Sebbene la situazione sia ancora poco chiara, sono i titoli dei giornali riguardanti i prossimi concerti di artisti come U2 ad esserlo: garantita massima trasparenza, nessun ritorno a vecchie abitudini. Mentre parte del pubblico si domanda se era necessario un servizio delle Iene per denunciare una situazione fin troppo conosciuta, altri si domandano come mai il bagarinaggio da partite di calcio non sia sotto le stesse luci della ribalta. Ambra Benvenuto
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