Scappa! C’è il tormentone
Dal Festivalbar ai tormentoni attuali, considerazioni e vie di fuga.
Chewin gum da masticare?
Dal Festivalbar ai tormentoni attuali, considerazioni e vie di fuga.
Chewin gum da masticare?
Articolo di Ambra Benvenuto
Nel corso delle stagioni estive degli ultimi anni, qualcuno aveva osato constatare l’assenza di un tormentone estivo. Certo, ci sono voluti diversi anni per riprendersi dall’abolizione del “Festivalbar”, bussola indiscussa di cosa andava e cosa no nell’estate del pop. Anche in questo caso il mondo di internet è stato in grado di sopperire a questa enorme mancanza. Facendo una breve ricerca sui tormentoni estivi del passato, è possibile notare come coloro che cantavano alcune hit sono poi diventate pietre miliari della storia della musica, come nel caso di Mina, o almeno di un certo genere di musica (della serie, Shaggy).
Negli anni ‘60 abbiamo Marina (Roco Granata); Tintarella di Luna (cantata da Mina); Guarda come dondolo (Edoardo Vianello); Azzurro (composto da Pallavicini e Paolo Conte). Agli anni ‘70 appartengono Fin che la barca va (Orietta Berti); Tanta voglia di lei (Pooh); Minuetto (Mia Martini); E tu… Claudio Baglioni – senza contare Ti amo (Umberto Tozzi) e Comprami (Viola Valentino). Negli anni ‘80 esplodono le hit di Lu Colombo, Rettore, Loredana Berté mentre negli anni ‘90 si spazia da Sotto questo sole (Francesco Baccini e i Ladri di biciclette) a Hanno ucciso l’uomo ragno (883). Oltre agli Aqua e Alex Britti c’è la canzone che genererà l’epidemia mondiale del ballo di gruppo: nessuno ha potuto esimersi dal ballare almeno una volta la Macarena (Los De Rio). Il primo decennio degli anni 2000 si apre con tormentoni estivi dal tono più pacato ma non per questo meno accattivante: Vamos a bailar (Paola e Chiara); Tre parole (Valeria Rossi), Sotto i raggi del sole (il remake di Abbronzatissima cantato da Brusco). Successivamente è stata la volta di Candela (Noelia), Whenever, Wherever (Shakira), La canzone del capitano (DjFrancesco). Ben lontani dall’essere semplicemente un tormentone estivo, spiccano Caparezza (con Fuori dal tunnel e Vengo dalla luna), i Negramaro con Estate e Rihanna con Umbrella. Negli ultimi cinque-sei anni è sempre più difficile avere a che fare con tormentoni in grado di superare più di una stagione. Ad ogni modo, secondo l’opinione comune, quest’anno abbiamo potuto vantare ben tre tormentoni. Prima tra tutte c’è Sofia. Chi la canta, Alvaro Soler è un cantante spagnolo di 25 anni. Dopo il successo della sua hit, è stata magicamente proposta al pubblico una riedizione del suo primo disco, uscito appena un anno fa. Attualmente è possibile vedere l'autore in veste di giudice a X Factor. Un’altra canzone proposta e riproposta da maggio in poi è stata Vorrei ma non posto di J-Ax e Fedez (anche lui giudice della già citata trasmissione): il pezzo estivo ideale per suscitare una polemica infinita attorno alla possibilità di poter comprare realmente un “esame all’Università”. Last but not least, ad agosto è esploso il fenomeno dell’Andiamo a comandare, dell’ormai celeberrimo Fabio Rovazzi, classe 1994. Ufficialmente la canzone di Rovazzi era una semplice parodia delle canzoni pop attuali che il videomaker aveva messo in rete. Nonostante sia stato proprio questo brano a dare al videomaker moltissima visibilità (per usare un eufemismo), Rovazzi collaborava già con Fred De Palma, Fedez e J-Ax. L’arma vincente di tormentoni come Andiamo a comandare è quella di abbinare alla musica dei gesti o dei veri e propri balli che immediatamente diventano di gruppo come nel caso di Ai se eu te pego: questi brani vanno così a soddisfare i bisogni di tutti gli appassionati dei balli in collettività. Secondo diversi antropologi, infatti, la voglia di lasciarsi andare a balli di gruppo sarebbe un residuo di riti propiziatori o di corteggiamento. Altre teorie, più al passo coi tempi, sostengono che il ballo di gruppo sia un momento per cementificare un senso di appartenenza a un gruppo per l’appunto. Nonostante siano questi i tre tormentoni indiscussi dell’estate 2016, bisogna annoverarne anche uno minore ma non meno orecchiabile: This Girl, prodotto dal dj francese Kungs in collaborazione con Cookin’ on 3 Burners. Senza molte parole, questo brano è riuscito a emergere ugualmente senza sfigurare in numerose radio e tv. Alla luce di tutto ciò, resta un senso di rammarico pensando che, se decenni fa il tormentone estivo era il più delle volte un’occasione per scoprire talenti musicali più o meno degni di far parte della storia della musica, oggi non si vede l’ora di passare alla prossima traccia, cercando, nel frattempo, di consolarsi pensando che con la fine dell’estate Sofia (o chi per lei) non sarà più proposta e riproposta ossessivamente e con tutta probabilità finirà nel dimenticatoio con una rapidità inquietante. Purtroppo è possibile che, prima che i tormentoni estivi abbandonino radio, tv e pubblicità anche quest’anno, i cosiddetti earworms (letteralmente vermi dell’orecchio; con questo termine ci si riferisce a quegli stupidi riff che involontariamente si ripetono a loop nel cervello) continuino a penetrare imperterriti nella nostra mente. Oltre a poter tentare il metodo del “tormentone scaccia tormentone”, provando a cantarsi un’altra canzone al posto di quella che si ha indotta dai media nella mente, a essere di aiuto sono studi attenti e mirati per arginare i danni. Secondo uno studio datato 2015 dell’Università di Reading, infatti, basterebbe masticare del chewing gum durante l’ascolto del brano del momento per renderne meno probabile la coatta riproduzione, automatica e ossessiva. Ambra Benvenuto
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