Electro-swing in pillole

Musikanten Sezione diretta da Roberto Zanata

Electro-swing

in pillole

Articolo di Ambra Benvenuto

Quest’ultimo decennio sembra aver fatto tornare alla ribalta un genere più ascoltato in passato di quanto non si creda – parliamo di electro-swing.

Come se la musica swing degli anni ‘20, ‘30 e ‘40 non fosse già abbastanza accattivante di suo, non sono pochi i musicisti che hanno sentito l’esigenza di spingere oltre gli standard più amati, ottenendo risultati talvolta brillanti, altre volte imbarazzanti.
Ciò che accade nell’electro-swing è, come indica già da sé il nome di questo genere musicale, un riarrangiamento in chiave elettronica di pezzi firmati da musicisti come Tommy Dorsey, Woody Herman, Glenn Miller, Duke Ellington e chi ne ha più ne metta.

Nonostante le rielaborazioni di charleston, swing e lindy hop possano sembrare uno sfizio di dj e musicisti attuali, il principio dell’electro-swing può essere ricercato in Terry Riley, musicista americano e produttore, che negli anni ‘80 produsse brani come I Want Her (Keith Sweat) e Just Got Paid (Johnny Kemp), dando vita a un genere chiamato all’epoca new jack swing style of R&B. Successivamente, nel corso degli anni ‘90, stralci di standard jazz suonati da alcune big band hanno trovato nuova vita (?) nella musica house.

Nell’ultima quindicina di anni, l’elettronica è tornata sui suoi passi provando a dare nuovamente dignità ai possibili rimaneggiamenti delle musiche più in voga in alcuni ambienti agli inizi del Novecento.

Chi ha avuto e continua ad avere successo in tal senso è il dj austriaco Parov Stelar. Nel suo Paris Swing Box e in Daylight non mancano numerosi esempi di pezzi in cui lo swing viene coniugato egregiamente con musica da dancefloor.
In Gran Bretagna, conosciutissimo è l’album di Mr. Scruff, “Get A Move On”. Di fattura più recente sono gli Swing Republic, i quali hanno prodotto due album – Electro Swing Republic e Mo’ Electro Swing - in cui pezzi del passato come Any Old Thing (Tommy Dorsey) e The Honeydripper (Roosevelt Sykes) trovano nuova luce.

Tra gli esempi più celebri vanno menzionati anche i francesi Caravan Palace, i quali dopo aver iniziato dagli standard jazz hanno affinato il loro stile sonorizzando un film porno degli anni ‘20. Successivamente, la band ha prodotto diversi album in cui l’electro-swing non è stato un semplice “impasto” di cose già suonate da altri ma un linguaggio utile alla produzione di brani inediti.

Va precisato che il fenomeno non è esclusivamente esterofilo: sotto questo punto di vista, esemplari sono gli Swingrowers, la band nata a Palermo che attualmente riscuote successo e consensi da tutto il mondo, proponendo pezzi inediti e non.

L’electro-swing potrà anche far arricciare il naso ai “puristi” del genere. Allo stesso tempo, bisogna ammettere che è dura non muoversi al ritmo di questa musica che porta in sé l’eredità di brani storici, brani che non sempre hanno bisogno dell’ausilio di una cassa dritta per ricordare agli ascoltatori quanto siano trascinanti di per sé.

Ambra Benvenuto

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