Sezione Ecosofia Alphaville Rubrica diretta da Viviana Vacca e Silverio Zanobetti
|
Rubrica Conferenze e tavole rotonde
. Per una Ecosofia del futuro
Il decimo numero della rivista PASSPARnous
presenta la “Sezione Ecosofia”.
presenta la “Sezione Ecosofia”.
Audio Evento Ecosofia
|
EVENTO ECOSOFIA
Ecologia e società in O una prospettiva filosofica Venerdì 17 e sabato 18 maggio 2013, Firenze Facoltà di Scienze della Formazione e Biblioteca delle Oblate Organizzato dal Gruppo Quinto Alto Articolo di presentazione dell’Evento Ecosofia di Silverio Zanobetti |
Il “Gruppo Quinto Alto”[1] svolge attività culturale, di studio e di ricerca a Firenze ed è proprio attraverso le pagine del numero 36 della rivista Millepiani che l’espressione “ecosofia critica” è stata l’occasione per rifiutare il facile ecologismo della crescita e un certo determinismo ecologico ancora presente nella cultura europea. |
L’ecologia
che trova in Deleuze e Guattari due figure eccentriche rispetto al
panorama ecologista di semplice “accordo con la natura” si configura
come ecosofia critica intesa come paradigma filosofico attento all’evoluzione dei media, alla velocizzazione dei rapporti sociali, alla formazione dei processi di soggettivazione, ad una politica del desiderio piuttosto che ad una normatività della natura. L’attenzione ai temi ecosofici nasce da un’urgenza
etico-politica in relazione al tema della spazialità dei corpi e delle vite
assediati da un movimento intenso di atomizzazione. Se Guattari[2]
parla di un’ecosofia a tre dimensioni (ambientale, sociale e mentale), è
evidente che l’attenzione sugli ecosistemi sociali, urbani, familiari deve
essere proiettata sulla dimensione dei processi di soggettivazione, evitando le
semplificazioni dell’ecologia superficiale che scopre nella natura un potere
normativo di fronte al quale dovremmo avere atteggiamenti di “salvaguardia” e
di prudenza intrisa di buon senso. Salvaguardia di una natura intesa nella
presunta esteriorità rispetto all’umano, quando, al contrario, il naturale è
concatenato con i divenire possibili che sono al contempo naturali e
artificiali. Tale differenti latitudini teoriche marcano la distanza tra la
deep ecology di Naess e l’ecosofia guattariana.
All’interno del discorso ecosofico di Guattari ha un ruolo centrale l’entità concettuale “macchina”, nel senso che quest’ultima precede la tecnica. Un divenire macchina che costituisce le forme dell’umano, ma contiene anche altri processi di divenire: animale, vegetale, musicale, matematico ecc[3]. Si tratta di individuare all’interno della sua proposta di ecologia politica le possibilità di pratiche molecolari che cambino radicalmente i sistemi di valorizzazione, che combinino il valore capitalistico con i sistemi di valorizzazione che vengono prodotti dai sistemi autopoietici: sistemi sociali, gruppi, individui, sensibilità artistiche, sensibilità religiose. La caratteristica umana del “fare macchina con”, la sua capacità di concatenarsi con altro deriva dalla parzialità di fondo della soggettività umana. È per questo che è preferibile parlare di componenti di soggettivazione, espressione che separa i concetti di individuo e di soggettività. I vettori di soggettivazione non passano necessariamente per l’individuo, che in realtà, «si trova in posizione di “terminale” rispetto a processi che coinvolgono gruppi umani, insiemi socio-economici, macchine dell’informazione ecc. Pertanto, l’interiorità si instaura al crocevia di molteplici componenti relativamente autonome le une dalle altre e, all’occorrenza, nettamente discordanti»[4]. Il soggetto è un processo transindividuale e, come tale, segnato dall’inter-dipendenza con il suo ambiente. Un’ecosofia che rifiuta la presunta verginità della Natura:
L’ampiezza di prospettive è dimostrata anche dall’eterogeneità degli autori al centro del dibattito: Naess, Guattari, Gorz, Merleau-Ponty, Jonas, Deleuze, Spinoza, Leroi-Gourhan, Canguilhem, Foucault, Gelhen, Spengler, Bateson, Bruno Latour. In questo tipo di ecosofia non si tratta di anteporre un primato della natura sul precedente primato del soggetto: la preoccupazione ambientale presuppone dinamiche di valorizzazione che richiamano un impegno eticopolitico che mira a soddisfare processi di soggettivazione tramite mediazione e istituzioni considerati nella loro provvisorietà/revocabilità. Non può che essere così dal momento che la vita altro non è che una continua sperimentazione dell’artificialità del mondo naturale. Al contrario, nel dibattito ecologico più superficiale si fa leva su un’ideologia del limite che produce, in realtà, processi di selezione umana (e non solo) delle differenze.
La consapevolezza che emerge dall’incontro fiorentino è che la questione dell’ecosofia (ambientale, sociale, mentale, politica) è questione filosofica. Lasciare che i problemi ecosofici siano oggetto del campo scientifico, economico, politico significa rimuovere la questione principale: il rapporto originario tra tecnica e vita, il continuo scambio reciproco tra l’essere umano e l’ambiente attraverso il quale ogni essere vivente si costruisce un ambiente.
All’interno del discorso ecosofico di Guattari ha un ruolo centrale l’entità concettuale “macchina”, nel senso che quest’ultima precede la tecnica. Un divenire macchina che costituisce le forme dell’umano, ma contiene anche altri processi di divenire: animale, vegetale, musicale, matematico ecc[3]. Si tratta di individuare all’interno della sua proposta di ecologia politica le possibilità di pratiche molecolari che cambino radicalmente i sistemi di valorizzazione, che combinino il valore capitalistico con i sistemi di valorizzazione che vengono prodotti dai sistemi autopoietici: sistemi sociali, gruppi, individui, sensibilità artistiche, sensibilità religiose. La caratteristica umana del “fare macchina con”, la sua capacità di concatenarsi con altro deriva dalla parzialità di fondo della soggettività umana. È per questo che è preferibile parlare di componenti di soggettivazione, espressione che separa i concetti di individuo e di soggettività. I vettori di soggettivazione non passano necessariamente per l’individuo, che in realtà, «si trova in posizione di “terminale” rispetto a processi che coinvolgono gruppi umani, insiemi socio-economici, macchine dell’informazione ecc. Pertanto, l’interiorità si instaura al crocevia di molteplici componenti relativamente autonome le une dalle altre e, all’occorrenza, nettamente discordanti»[4]. Il soggetto è un processo transindividuale e, come tale, segnato dall’inter-dipendenza con il suo ambiente. Un’ecosofia che rifiuta la presunta verginità della Natura:
L’ampiezza di prospettive è dimostrata anche dall’eterogeneità degli autori al centro del dibattito: Naess, Guattari, Gorz, Merleau-Ponty, Jonas, Deleuze, Spinoza, Leroi-Gourhan, Canguilhem, Foucault, Gelhen, Spengler, Bateson, Bruno Latour. In questo tipo di ecosofia non si tratta di anteporre un primato della natura sul precedente primato del soggetto: la preoccupazione ambientale presuppone dinamiche di valorizzazione che richiamano un impegno eticopolitico che mira a soddisfare processi di soggettivazione tramite mediazione e istituzioni considerati nella loro provvisorietà/revocabilità. Non può che essere così dal momento che la vita altro non è che una continua sperimentazione dell’artificialità del mondo naturale. Al contrario, nel dibattito ecologico più superficiale si fa leva su un’ideologia del limite che produce, in realtà, processi di selezione umana (e non solo) delle differenze.
La consapevolezza che emerge dall’incontro fiorentino è che la questione dell’ecosofia (ambientale, sociale, mentale, politica) è questione filosofica. Lasciare che i problemi ecosofici siano oggetto del campo scientifico, economico, politico significa rimuovere la questione principale: il rapporto originario tra tecnica e vita, il continuo scambio reciproco tra l’essere umano e l’ambiente attraverso il quale ogni essere vivente si costruisce un ambiente.
«E soprattutto ci viene obiettato che sottraendo il desiderio alla mancanza e alla legge, non si potrà ottenere altro che uno stato di natura, un desiderio realizzato naturalmente e spontaneamente. Noi diciamo esattamente il contrario: non c’è desiderio se non in un concatenamento o in una mac- china»[5].
Si tratta, dunque, di analizzare il rapporto delle macchine desideranti con i flussi informatici, con i flussi di segnali all’interno di un discorso che oggi non può toccare la questione delle tecnologie dell’informazione e delle macchine informatiche: “Come mai prima di adesso le nostre sensibilità e i nostri desideri sono esposti alle tecnologie del segno e della percezione, alle strutture, ai pro- tocolli, ai linguaggi e ai programmi che usiamo per manipolare i segni e i segnali”[6]. |
Alcuni contributi
hanno quindi uno sguardo vivido sulle trasformazioni attuali, mentre
altri si dedicano a ricostruzioni storiche utili per capire il
background delle varie teorie ecologiche proposte nel corso del
Novecento. L’ampiezza di prospettive è dimostrata anche dall’eterogeneità degli autori al centro del dibattito: Naess, Guattari, Gorz, Merleau-Ponty, Jonas, Deleuze, Spinoza, Leroi-Gourhan, Canguilhem, Foucault, Gelhen, Spengler, Bateson, Bruno Latour. In questo tipo di ecosofia non si tratta di anteporre un primato della natura sul precedente primato del soggetto: la preoccupazione ambientale presuppone dinamiche di valorizzazione che richiamano un impegno etico-politico che mira a soddisfare processi di soggettivazione tramite mediazione e istituzioni considerati nella loro provvisorietà/revocabilità. Non può che essere così dal momento che la vita altro non è che una continua sperimentazione dell’artificialità del mondo naturale. Al contrario, nel dibattito ecologico più superficiale si fa leva su un’ideologia del limite che produce, in realtà, processi di selezione umana (e non solo) delle differenze.
La consapevolezza che emerge dall’incontro fiorentino è che la questione dell’ecosofia (ambientale, sociale, men- tale, politica) è questione filosofica. Lasciare che i problemi ecosofici siano oggetto del campo scientifico, economico, politico significa rimuovere la questione principale: il rapporto originario tra tecnica e vita, il continuo scambio reciproco tra l’essere umano e l’ambiente attraverso il quale ogni essere vivente si costruisce un ambiente.
La consapevolezza che emerge dall’incontro fiorentino è che la questione dell’ecosofia (ambientale, sociale, men- tale, politica) è questione filosofica. Lasciare che i problemi ecosofici siano oggetto del campo scientifico, economico, politico significa rimuovere la questione principale: il rapporto originario tra tecnica e vita, il continuo scambio reciproco tra l’essere umano e l’ambiente attraverso il quale ogni essere vivente si costruisce un ambiente.
Note:
[1] Qui potete trovare il programma degli eventi della stagione appena trascorsa e una presentazione del gruppo: http://associazioni.comune.fi.it/labbuon/QuintoAlto/QuintoAlto.html [2] Millepiani, Ecosofia Critica, Eterotopia, Milano, 2010, p. 9. Intervista a F. Guattari raccolta nel dicembre del 1991. [3] Ivi, p. 15. [4] F. Guattari, Le tre ecologie, Sonda, 1991, p. 20. [5] G. Deleuze, C. Parnet, Conversazioni, p. 92. [6] Millepiani, Ecosofia critica, cit., p. 98. |
Silverio Zanobetti
|
Le Rubriche di Alphaville
|
DIFFERENTI RIPETIZIONI
Discussione tra F. Treppiedi e S. Zanobetti Articolo di Silverio Zanobetti Sistemica
Articolo di Vivana Vacca Artificiale/Naturale
Articolo di Silverio Zanobetti |
La crudeltà innocente
come potenza di affermare Articolo di Silverio Zanobetti Le declinazioni locali
del sistema capitalistico Articolo di Marco Bachini Elogio della stanchezza
Articolo di Viviana Vacca |
EVENTO ECOSOFIA
Articolo di presentazione dell’Evento Ecosofia di Silverio Zanobetti |
Scrivono nella rivista: .
Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Alessandro Rizzo, Silverio Zanobetti, Fabio Treppiedi, Roberto Zanata, Sara Maddalena, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Bruno Maderna, Alessia Messina, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Francesco Panizzo.
©Le immagini di copertina hanno tutti i diritti riservati presso Edizioni Psychodream
Vuoi diventare pubblicista presso la nostra rivista?
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
sottoscrivi il bando. Accedi al link dall’immagine sottostante.
Questa rivista on-line non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornata con periodicità e non è commerciale. Non può pertanto considerarsi un prodotto di commercio editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.
Click here to edit.
Vuoi entrare nella redazione di Edizioni Psychodream,
o collaborare con Psychodream Theater?
Direttore: Francesco Luigi Panizzo | Francesco.panizzo@gmail.com
Responsabili di redazione: Viviana Vacca | Fabio Treppiedi | Massimo Acciai | Anna Novello | Gaia Grassi | Alessandro Rizzo | Daniel Montigiani
Per affiliazioni pubblicitarie | Edizionipsychodream@gmail.com
Per collaborazioni e progetti | Psychodreamtheater@gmail.com
Tutti i contenuti di questo sito possono essere utilizzati da altri media e siti internet, giornali o televisioni con la clausola
di esporre a citazione, tramite il seguente link, la Edizioni Psychodream oppure la pagina di riferimento.
Per info: ooooooooooooooooooooooooo
Edizionipsychodream@gmail.com
Psychodreamtheater@gmail.com
Psychodream Theater - © 2012 Tutti i
diritti riservati