Quando anni fa fummo i primi in Italia a intervistare Milo Rau, ci citò Jean-Luc Godard per spiegarci il rapporto del suo teatro con il reale: “Il cinema realista non è quello che rappresenta la realtà ma quello che si occupa della realtà della rappresentazione”. A chiusura della sua trilogia e riadattamento contemporaneo dei miti tragici Oreste a Mosul e Antigone in Amazzonia, il regista svizzero ci stupisce propositivamente indagando sulla classicità della tragedia stessa, mai foriera di attualità nelle nostre società: con Medea’s Children, Milo Rau offre un nuovo e approfondito sguardo sul ruolo dei bambini nel teatro.
Nella sala del Teatro alle Tese dell’Arsenale, 6 vivaci bambini ci spiegano l’accaduto come se fossero in conferenza stampa alla fine dello spettacolo che però deve ancora avvenire, in questo la grandezza del tocco di Rau e nella imberbe performance attoriale che nulla ha da invidiare a quella degli adulti, con la premessa di inondare la sala di fresca passione per il teatro da parte di questi giovanissimi attori. Freschezza e passione che avevo dimenticate e relegate tra le vibranti mura del castello grotowskiano del workcenter di Pontedera e che raramente zampilla dai palchi del teatro odierno. Il punto di partenza con cui si innesca la relazione con la tragedia di Euripide è un vero e proprio caso di cronaca nera del 2007, in cui una madre belga, Amandine Moreau, disperata decide di uccidere i suoi figli e di togliersi la vita, pur sopravvivendo. All’insegna del binomio morte-speranza, chiaro-scuro, bianco e nero su cui gravita tutto il palinsento drammaturgico e il concept di questa 52ma Biennale teatro, si svolge questa rivisitazione della tragedia euripidea, dentro la scarna scenografia di una stanza e in un anonimo anfratto di spiaggia prende vita il racconto della tragedia belga. Lo sguardo critico di questo innesto con la tragedia di Medea, il più famoso caso di conflitto relazionale e infanticidio della letteratura occidentale è appannaggio del regista ma anche, come spesso accade dalle avanguardie teatrali ad oggi, degli attori che la rappresentano. “Un gruppo di bambini prende questo sanguinoso caso di cronaca nera assieme alla storia forse più oscura delle radici della cultura europea, come un’occasione per riflettere su loro stessi: sulla storia della famiglia, sul primo amore e sui primi incontri con la morte, sui desideri per il futuro e sulle paure legate alla fine del mondo che condividiamo tutti. Come affronta un bambino il divorzio dei genitori? Come affronta l’ingiustizia, la rottura di un’amicizia, lo stress della scuola? Come affronta la forza radicale di Medea o, in generale, la tragedia? I figli, condannati al silenzio nelle tragedie classiche, questa volta possono finalmente dire la loro.” Così cita dal sito della Biennale teatro di Venezia il testo dedicato alla sua opera. Nella geniale e stimolante rappresentazione iniziale dei bambini a mo’ della conferenza stampa, il gioco sublime della realtà della rappresentazione consacrata da Milo Rau è palese nelle parole di uno dei bambini: “Una donna che era essa stessa figlia, di suo padre e di sua madre […] Una regista i cui attori non hanno fatto quello che lei si aspettava da loro, una regista fallita e per questo ha distrutto i suoi personaggi”. La classicità della tragedia quindi, non è relegata solo al macabro infanticidio come riconducibile drammaturgico, ma offre spunti di riflessione per quello che è un altro grande tema incrinato lungo la biennale di quest’anno: il fallimento tragico dell’emancipazione, l’impossibilità del riscatto, la coercizione e le manipolazioni imposte dalle forme del potere e della repressione sociale.
A rafforzare questa scelta azzeccata è il momento finale degli omicidi che vengono proposti dal vivo con le gole sgozzate dei bambini, momento altresì ripreso e proiettato sullo sfondo filmico. Due caratteristiche del linguaggio, l’autonomia simbolica del video è paritetica alla capacità intraccettiva del linguaggio teatrale, per dirla con Lacan.
Il risultato di questo uno più uno delle due espressioni comunicative è un touchdown stilistico di grande effetto emotivo. Medea’s Children è uno spettacolo di gran levatura, l’intera platea rimasta in piedi a lungo per applaudire attori e regista non è la sola conferma, l’impianto drammaturgico, come la sua rappresentazione sono davvero necessari a un teatro che ha sete di rivalsa e rigenerazione. Francesco Panizzo
Medea’s Children
ideazione e regia Milo Rau drammaturgia Kaatje De Geest con Peter Seynaeve, Bernice Van Walleghem, Aiko Benaouisse, Ella Brennan, Helena van de Casteele, Juliette Debackere, Elias Maes video design Moritz von Dungern disegno sonoro Elia Rediger disegno luci Dennis Diels scene ruimtevaarders costumi Jo De Visscher attrezzeria Joris Soenen produzione NTGent coproduzione La Biennale di Venezia, Wiener Festwochen, ITA – Internationaal Theater Amsterdam, Tandem – Scène nationale (Arras Douai) note Spettacolo in lingua olandese sovratitolato. Traduzione in lingua italiana e adattamento sovratitoli di Matilde Vigna. 52ª edizione Biennale Teatro, Teatro alle Tese, Venezia, 29-30 giugno 2024. Scrivono in PASSPARnous:
Bruno Benvenuto, Ubaldo Fadini, Tiziana Villani, Claudia Landolfi, Alfonso Amendola, Mario Tirino, Vincenzo Del Gaudio, Alessandra Di Matteo, Paulo Fernando Lévano, Enrico Pastore, Francesco Demitry, Sara Maddalena, Alessandro Rizzo, Gianluigi Mangiapane, Nicola Lonzi, Marco Bachini, Daniel Montigiani, Viviana Vacca, Fabio Treppiedi, Daniele Vergni, Mariella Soldo, Martina Lo Conte, Fabiana Lupo, Roberto Zanata, Bruno Maderna, Silvia Migliaccio, Alessio Mida, Natalia Anzalone, Miso Rasic, Mohamed Khayat, Pietro Camarda, Tommaso Dati, Enrico Ratti, Ilaria Palomba, Davide Faraon, Martina Tempestini, Fabio Milazzo, Rosella Corda, Stefania Trotta, Manuel Fantoni, Marco Fioramanti, Matteo Aurelio, Giuseppe Bonaccorso, Rossana De Masi, Massimo Maria Auciello, Maria Chirico, Ambra Benvenuto, Valentina Volpi, Massimo Acciai, Gianluca de Fazio, Marco Maurizi, Daniele Guasco, Carmen Guarino, Claudio Kulesko, Fabrizio Cirillo, Francesca Izzi, Libera Aiello, Antonio Mastrogiacomo, Giulia Vencato, Alessandro Baito, Margherita Landi, Nicola Candreva, Patrizia Beatini, Mirjana Nardelli, Stefano Oricchio, Manlio Palmieri, Maria D’Ugo, Giovanni Ferrazzi, Francesco Ferrazzi, Luigi Prestinenza Puglisi, Davide Palmentiero, Maurizio Oliviero, Caterina Perrone, Nicola Bianchi, Gloria Chesi, Laura Talia, Francesco Panizzo. |
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